venerdì 13 febbraio 2009

Presidenza c(i)eca






Quando eravamo all'asilo, c'era un Capo. Il Capo era il bambino che, non mi ricordo se fosse perchè aveva le scarpe più belle (non credo, il nostro era un asilo proletario) o perchè faceva fare più strada alle macchinine Bburago, aveva l'ultima parola su questioni di vitale importanza per un gruppo di bambini dai 3 ai 6 anni, ossia chi era quello che doveva fare la conta a nascondino, chi doveva fare la guardia a "guardie e ladri" nonchè, in caso di dispute, i turni di utilizzo dei cuscinoni nel salone giochi e degli pneumatici del giardino.
Essendo un Capo, ma non un Ducetto o un Berluschino, si comportava in maniera corretta, almeno secondo la nostra percezione, e perciò defenestrazioni di Praga non ce ne furono mai.

Un giorno però, il Capo prese l'influenza e se ne stette a casa per qualche giorno, lasciandoci leggermente perplessi su come portare avanti la baracca.

Il sottoscritto non aveva un particolare carisma sugli altri bimbi (cioè: non ce l'aveva affatto), soprattutto in quanto il Capo, che evidentemente aveva visto Full Metal Jacket nonostante la giovane età, aveva fatto suo il motto "Qui vige l'uguaglianza, non conta un cazzo nessuno". Il sottoscritto, tuttavia, aveva dalla sua un altro motto "La conoscenza è potere", ed essendo l'unico del gruppo (Capo compreso) che sapesse leggere decentemente i libricini a disposizione nella nostra classe, decise che era arrivato il momento di sfruttare l'occasione.

Il sottoscritto, tuttavia, intriso di ideologia com'era (d'altronde il Muro non era ancora crollato), invece di approfittare del momento favorevole per farsi costruire un monumento in suo onore con i copertoni del giardino, si era messo in testa di democraticizzare la figura del Capo, decretando che da quel giorno un bambino diverso avrebbe ricoperto tale importante ruolo. Il fervore democratico gli impedì pure di pensare che, almeno, il primo giorno poteva essere lui a fare il Capo, che invece fu un altro bambino estratto a sorte.

Ovviamente quando il vero Capo tornò e seppe della situazione, la Legge del Sergente Hartman tornò rigorosamente in vigore senza troppi strepiti e il nostro gruppo passò senza sparare un colpo dalla Repubblica Romana al Dispotismo Illuminato a cui eravamo abituati.


L'episodio mi è venuto in mente, non so come, leggendo le imprese della Presidenza di turno dell'Unione Europea, passata dalla Francia alla Repubblica Ceca, che è un po' come affidare la guida di un aereo prima a Manfred von Richthofen e poi a Jet McQuack.

Benchè pensi tuttora che Silvio sia imbattibile come gaffeur, devo ammettere che il Vice-Presidente americano Joe Biden e la Presidenza Ceca cominciano a fargli concorrenza.

All'inizio della presidenza, il vice premier con delega alla Ue Alexander Vondra aveva affermato: "Ci stiamo preparando da almeno tre anni, e prevediamo una presidenza senza intoppi", affermazione al seguito della quale tutti i presenti cercarono precipitosamente i propri "gioielli di famiglia" (se uomini) o un qualsiasi oggetto metallico (se donne).

Primo episodio: Guerra a Gaza, nessuno sa che cazzo combinare, il Messia Obama non è ancora sullo scranno della Presidenza, tutti i paesi europei pesano le parole con il bilancino (tranne l'Italia, che è stata zitta tutto il tempo perchè non sapeva che cazzo dire); la linea comune fino al giorno prima (presidenza francese) era del tipo "Avrete pure ragione, ma adesso state bboni".
Giorno 1: La Presidenza ceca spara "noi percepiamo questa mossa di Israele come difensiva, e non come un'azione offensiva"; putiferio generale, visto che la linea della Presidenza era, fino al giorno prima, completamente diversa. Solo gli Italiani, evidentemente in quanto abbondantemente abituati alla Silvio Politik, non fecero una piega.
Giorno 2: I cechi correggono il tiro: "L'indiscutibile diritto di uno Stato a difendersi non autorizza azioni che colpiscono largamente dei civili. Chiediamo un cessate il fuoco."
Giorno 3: "Il popolo palestinese ha diritto alla libertà e all'indipendenza dal giogo sionista"
Giorno 4: Ministri della rappresentanza ceca sono stati visti in una manifestazione dei centri sociali a Milano mentre bruciavano bandiere israeliane.

Secondo episodio: La Presidenza ceca fa confusione e cita Putin come "Presidente della Russia". Non vedo l'ora che parlino di Benedetto XVI come "Presidente del Consiglio".

Terzo episodio: Nel tentativo di battere un record e mettere per una volta tutti d'accordo gli altri 26 paesi membri sulla politica estera, i cechi hanno allestito una istallazione artistica, nella sede del Consiglio dei Ministri UE, che prende simpaticamente in giro gli stati europei: l'Italia con gli omini con due palloni da calcio al posto dei testicoli, la Spagna con dei missili puntati verso i Paesi Baschi, la Bulgaria disseminata di cessi alla turca, la Svezia con casette Ikea, l'Austria cosparsa di centrali nuclari e così via.
L'obiettivo è stato perfettamente raggiunto: la dichiarazione congiunta di guerra dei 26 paesi UE alla Repubblica Ceca è stata spedita e quando arriverà a destinazione saranno cazzi per tutti. Fortunatamente per la pace del continente, la missiva è stata spedita tramite Poste Italiane, per mezzo di un veivolo postale targato Alitalia.

Quarto episodio: La definizione di "paese arabo" alla Turchia all'apparenza non dovrebbe comportare grossi incidenti; per farvene un'idea, provate a chiamare un rumeno "Rom", o dare del "Terrone" a un leghista o, peggio ancora, dare del Barese a un Leccese e viceversa. Sperando, nell'ultimo caso, che la vostra assicurazione sulla vita frutti bene.

Quinto e per ora ultimo: Il ministro degli esteri ceco, il principe Karel Schwarzenberg, ha dato la sua definizione personale di funzionario diplomatico. "I diplomatici per i loro negoziati non si possono scegliere il partner e sono costretti ad assumere la posizione che vuole il partner", ossia come le puttane, come si è preoccupato di precisare in seguito. Non appena ebbe pronunciato tali parole, il silenzio glaciale della sala fu interrotto da una incontrollabile risata: era di Berlusconi.


Ecco perchè questa storia della presidenza di turno mi ricorda un poco il mio tentativo di fare il Capo un po' per uno, con due importanti differenze: La Presidenza Europea non è esattamente il cortile di un asilo e, soprattutto, non c'è un vero Capo con l'influenza che al suo ritorno metterà a posto tutto quanto.


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Scusa se non ti ringrazio, ma oggi ho mangiato pesante.


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2 commenti:

  1. Beh, compliementi alla presidenza ceca.

    Però sono convinto che anche l' 80 % degli italiani direbbe che Putin è l' attuale presidente della Russia, ci scommetto le palle.

    Il restante 20 % direbbe " Uh ?". ( Hanno saputo solo qualche giorno fa della caduta del Muro di Berlino. " Mica s'è fatto male qualcuno ? " )

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  2. Poco ma sicuro. Però il post sulla Presidenza italiana non lo scrivo, un po' per decenza, un po' per amor patrio.

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