domenica 22 novembre 2009

Dai un calcio alla droga. E all'entusiasmo





In attesa dei misteriosi segreti del computer della Brendona, che tanto quello vero se lo sono portato via e l'unica cosa di compromettente sono i filmati di Gasparri che guarda i Teletubbies, ecco a voi una intercettazione che mostra i retroscena di un video azzeccatissimo sulla droga; nel senso che chi lo guarda si deve fare una pera per non tagliarsi le vene dalla depressione.


- E daje...
- No, nun ce pensa' proprio, lasciame stà...
- E daje, ma che te costa, dico io...
- E' che nun lo vojo fa', e basta. Me fa' sentì cojone.
- Ma nun ce pensi che faresti un opera bbona?
- Ma che te stai a di'? Nun dirmi che ce credi sur serio a 'sta minchioneria der sociale...
- Parli facile te, che nun te sei mai trovato duegentomila seguaci der Moige sotto l'ufficio...
- Ma quando t'è successo?
- Era quanno lavoravo per la televisione, e avevo messo in programmazione ir film dei du'cauboi froci sur la prima serata.
- Embè?
- Sono arrevati 'sti battajoni de scalmanati con dei crogefissi de tre metri, e hanno comincia' a spacca' tutto, li mortacci loro. E me hanno fatto recita' la parte der protagonista der film. Quello passivo.
- Famme capì, sono gli stessi che stanno a pensa' che se faccio la comparsa in tivvu e dico du' cojonate, i ggiovani la piantano de drogarsi?
- Sì.
- Nun m'importa, domani faccio finta de infortunarmi, me ne vado a Sciarm e Sceicc, e ggià che ce sono finisco ir secondo libro mio de barzellette.
- Nun hai capito. Guarda fori de la finestra.
- Ah, li mortacci, son loro, con i crogifissi! Ma nun avevi detto tre, de metri?
- Devono essere annati a un trepperdue, perchè ora so' de cinque. Comunque nun ciai scelta, lo capisci o none?
- Vabbene, ma che devo di' in questo firm, che io so' 'na capra a recita'...
- Ma devi di' quarche frasetta cojona der tipo "la droga te spegne" oppure "stanotte dì sì alla vita"...
- "Dai un carcio alla droga" po' anna' bene?
- Va bbene, va bbene, ma c'hai da dirlo anche agli amici tuoi, e metterci entusiasmo quanno lo dici, senno' se vede che nun te ne frega un cazzo.
- Occhei, ma fà allontare sti scalmanati, che alla verginità anale ce tengo, nun so se me spiego.
- Vabbene, però me raccomando, entusiasmo, eh?
- Tutto l'entusiasmo del monno, tranquillo.








giovedì 19 novembre 2009

Recensione: Pioggia di demoni - Dampyr 116




Pioggia di demoni
Dampyr N. 116

Novembre 2009


Soggetto e sceneggiatura:
Mauro Boselli

Disegni:
Luca Rossi








Sinossi
Un bambino trascorre la sua fanciullezza in un allegrissimo orfanotrofio, dove impara a sezionare cervelli, a non chinarsi per raccogliere saponette durante la doccia e a resistere ai terribili esperimenti a cui è sottoposto, fra cui mangiare cereali all'uranio impoverito e guardare la puntata quotidiana di Amici senza poter prendere a calci il televisore dopo cinque secondi.

Nonostante la lieta esperienza, decide di scappare la volta che il direttore gli ebbe ciulato tutte le sue copie di Topolino e di GQ, lasciandolo solo con i suoi onanistici pensieri. Fortunatamente, nella prima classe di una carrozza Trenitalia, si siede sul pagliericcio accanto al cugino scapestrato di Diabolik, che gli offre il suo campionario da vendere in giro.

Il tizio diventa così venditore di parafulmini, ma si accorge presto che non riuscirà mai a guadagnarci una lira, visto che, conciati come sono, sembrano usciti dal Giudizio Universale di Hieronymus Bosch. Intuendo che con un simile orrore in casa, qualunque fulmine di buon gusto ridurrebbe qualsiasi edificio in cenere, decide di tornare dal suo orfanotrofio abbandonato per raderlo al suolo definitivamente.
Nel frattempo, giusto per compiere un po' di distruzione insensata, regala i parafulmini in giro, compiendo così un'opera buona, visto che i beneficiari saranno un fratello e una sorella impegnati in un rapporto incestuoso, un vecchio porcone con sette mogli (le quali, non essendo lui Richard Gere, sono dei catorci ambulanti frigidi tranne un paio), un albergatore che non si faceva mai i cazzi suoi e un elettore della Lega.

Arrivato nell'orfanotrofio, si confronta con l'ormai centenario direttore: lo scontro sembra volgere al peggio, ma il nostro riesce ad avere la meglio mostrando al vegliardo la bolletta della luce (mai pagata) dell'orfanotrofio, che grazie all'assiduo uso dell'elettroshock per 36 ore al giorno aveva ormai superato il debito pubblico italiano.


Se vi state chiedendo cosa facesse Harlan, il protagonista, la risposta è: niente, occupato com'era a respingere le velate proposte indecenti di una zittellona incallita, che sarà pure ringiovanita grazie ad un incantesimo vudù, ma sempre zittellona rimane.


La lezione di vita  
In un fumetto horror, quando qualcuno sfodera un sorriso a centoventisei denti, non lo fa perchè è felice. Corri da un esorcista.


Disclaimer per le anime semplici: Ovviamente quella che avete letto non è la vera trama del fumetto, ma solo una libera interpretazione personale attraverso le lenti della mia mente bacata. Se non l'avevate capito, andate anche voi a togliere parafulmini durante un temporale.




domenica 15 novembre 2009

Il cappello del cuoco, ovvero incarnare gli stereotipi




Come sapranno quei due lettori e tre quarti che mi leggono sin dagli albori di questo blog, guardare il Grande Fratello non è esattamente una esperienza piacevole per me, e solitamente vivo benissimo la mia vita senza sapere nulla di chi sia stato eliminato, di chi si sia scopato chi (o cosa), di chi abbia fatto le corna a chi e di chi abbia scazzato, litigato, triturato, ammazzato, lobotomizzato, maneggiato, atterrato, pasticciato chi, allegramente al di fuori del consorzio sociale.

Tuttavia, qualche giorno fa ho letto un post di Faina Incazzosa dove si perculava, a ragione, il tipo che appare nel video qui sopra. Per la salute dei vostro unico neurone che gioca a ping-pong solo soletto nella scatola cranica, vi assicuro che non è necessario guardarlo tutto, ma bastano pochi millisecondi per farsi un'idea.

Il tizio oggetto dello sbeffeggio collettivo è un maschio bianco di nome Maicol. Poveretto, con un nome così, aveva già il destino segnato sull'autostrada della demenza che porta dritta dritta al realiti sciou.

Maicol è anche gay. Dopo averlo sentito parlare, la cosa dovrebbe risultare ovvia, ma è proprio questa la cosa che mi sconvolge.


Facciamo un esempio pratico: il cuoco.
Se guardate su tutti i disegni dei bambini, su tutti i fumetti, in tutti i film, in tutte le televendite (ehi, Chef Tony, sto parlando di te), in tutti i libri di cucina, il cuoco-tipo, quello vero, quello veramente bravo, indossa sempre il famoso cappello bianco con quella specie di rigonfiamento alla cima.

Ora, in tutti i luoghi di ristorazione dove sono stato, non ho mai visto un affare del genere; ho visto grembiuli unti, camicie bianche, t-shirt con scritto "kiss the cook", pantaloni, jeans, scarpe, ciabatte, pelate, folte capigliature, anche qualche cappellino da baseball in qualche mensa di serie Z.
Ma niente cappello da cuoco.

Eppure lo stereotipo del cuoco, il cuoco-tipo, indossa sempre quel cappello, e non se ne separa mai, nemmeno per fare la doccia o andare a scalare l'Everest; d'altra parte, se vedessi uno cuoco vero con quel benedetto cappello, la cosa mi stupirebbe.


Il problema si manifesta in maniera speculare nel caso di Maicol.
Maicol è l'incarnazione del gay-tipo, non solo per la vocetta, ma anche per "lo stile eccentrico e colorato" e "gli accessori bizzarri e stravaganti" (da sito GF). Insomma, il classico tipo su cui i TG zoomano nel servizio sul Gay Pride.

Il problema è che io, a differenza di Faina, di amici omosessuali ne ho. E sono certo che se vedessero Maicol in azione gli farebbero fare il giro del mondo a forza di pedate nel posteriore.

Mi immagino già il paziente lavoro dei selezionatori che, una volta decisa la presenza di un omosessuale nel programma, si sono adoperati per scartare tutte le figure che si allontanavano troppo dal gay-tipo:

- Il prossimo.
- (forte accento lombardo, giacca e cravatta) Mi chiamo Claudio Fumagalli, ho trentacinque anni, vivo in provincia di Brescia assieme al mio compagno da sei anni e sono Direttore del Personale di una ditta di materie plastiche.
- Avanti un altro!
- (voce normale, maglietta e jeans) Mi chiamo Andrea Dalla Monica, ho ventitrè anni e sono studente di architettura a Perugia; sono appassionato di rugby e collaboro alle attività della sede Arcigay locale.
- Avanti un altro!
- (voce in falsetto, maglione stile Arlecchino con paillettes e pantaloni arancioni) Ciao! Sono Maicol Berti, ma tu puoi chiamarmi Miky; andare al GF è il mio sogno sin da picc...
- Dite a quelli fuori di tornare pure a casa, abbiamo trovato quello buono.


E così, non posso far altro che rivolgere la mia sincera ammirazione agli organizzatori del Grande Fratello. Perchè creare gli stereotipi è facile, è incarnarli, che è difficile.




giovedì 12 novembre 2009

Errata Corrige: Elezioni e indicazioni





Nonostante le accuse per concorso esterno in associazione mafiosa, Nicola Cosentino non si ritira dalla corsa per la Regione Campania: "La mia candidatura non nasce dal nulla, ma è espressione dell'intera Campania. Qualsiasi scelta diversa dovrà tenere conto delle indicazioni del territorio"


Quelle dei Casalesi, semmai.




martedì 10 novembre 2009

Il complotto di Topo Gigio, ovvero: il mondo cospira contro di me




Abbiamo le Torri Gemelle che si sono distrutte da sole con micro-cariche nucleari nelle fondamenta, mentre un missile camuffato da aereo di linea colpiva il Pentagono, il tutto ordito dal Nuovo Ordine Mondiale giudaico-massonico-marxista-leninista.

Abbiamo quelli che sostenengono che le scie di condensazioni degli aerei fossero in realtà scie chimiche, con lo scopo di disperdere le nuvole pioggerellose dalla megavilla sarda di Silvio o di infettarci tutti con un supervirus che fa venire a chi ne è colpito una irrefrenabile voglia di tonno (complotto ordito dalla Rio Mare, ovviamente).

Abbiamo avuto quelli che sostenevano che non siamo mai andati sulla Luna. Uso il passato perchè ora sono presumibilmente tutti all'ospedale, ridotti a più miti consigli.

Fino a qualche mese fa, tuttavia, il fiorente mercato dei libri sulle verità che governi, multinazionali e boy scout ci stanno nascondendo era in forte difficoltà: non solo per la crisi, che si sa, quando manca la pagnotta i soldi per informarsi sono sempre pochi, ma anche per la forte concorrenza, il che rende difficile decidere se vogliamo credere che l'11 settembre fosse stato organizzato dall'immancabile Mossad oppure dal controspionaggio saturniano.

Fortunatamente per i teorici del complotto, è spuntata l'influenza suina, che è certo abbia ucciso una famiglia di scoiattoli rachitici, uno zebù con problemi di deambulazione e una coppia di rane asmatiche.

E' stata una botta di culo ancora più grande che l'influenza porcellina sia stata seguita dal relativo vaccino.

Ora, noi sappiamo tutti che i vaccini fanno male. Anzi, malissimo.

Le malattie infettive più comuni, come la rosolia, la varicella e compagnia bella non sono mai esistite, e sono solo una invenzione delle case farmaceutiche per vendere i loro medicamenti che chissà cosa servono in realtà; le notizie di morti di morbillo in Africa, promulgate da cattivissime istituzioni coinvolte nel complotto, come questa, sono false, perchè come dice la sciura Pina del piano di sopra, "quei negri che abitano lì chissà cosa mangiano".

Ovviamente, stesso discorso vale per l'H1N1. Approfondite ricerche della durata di cinque secondi e mezzo compiute dal mio blog complottista preferito hanno riportato che il vaccino attualmente in uso contiene:
  • Squalene, pericoloso composto usato dal Pentagono negli anni '50, con lo scopo di far spuntare pinne, branchie e denti squarciatutto alla squadra sommozzatori della Marina Americana.
  • Mercurio, che non serve a niente, se non ad indurre la sindrome della termometrite, che spinge a misurarsi la febbre ogni cinque minuti; tutto a beneficio della Pic e simili.
  • Monossido di Diidrogeno, uno dei principali componenti delle piogge acide e, se inalato anche in piccole quantità, può portare a morte certa, come si può vedere qui.
Fortunatamente, in nostro aiuto arriva l'Esimo Emerito Dott. Prof. Ciarl.* Roberto Gava, alfiere della salvezza del pianeta e paladino della crociata antivaccini. Al suono di "Vaccino pericoloso, influenza innocua" il nostro si lancia all'attacco del perfido Topo Gigio e delle case farmaceutiche cattivone che ci vogliono infettare tutti.
Già arriva il primo risultato della titanica battaglia: l'estratto conto del Dott. Prof. Ciarl.*  ha un bel segno più questo mese.

Per non parlare della nostra guest star, il mitico David Icke, che fra una invettiva contro gli ebrei e le scoperte del complotto dei rettiliani (non sono lucertole, sono creature aliene camuffate da esseri umani), ha avuto anche tempo per buttarsi a capofitto in questa nuova, appassionante battaglia.
Speriamo dalla finestra.


P.S. Per chi, leggendo le paranoie di qualche invasato convinto che pure il centro anziani sotto casa lo voglia avvelenare, plagiare, ipnotizzare o controllare, si è preso un po' di legittima caghetta, consiglio di leggersi le note della Organizzazione Mondiale della Sanità sul vaccino dell'h1n1. Ah, ma che stupido, l'OMS è alleata di Topo Gigio!


* Ciarl. sta per "ciarliero", capito? So cosa stavate pensando, che volessi dire CIARLATANO, ma non è così, non volevo assolutamente dire CIARLATANO, chiaro?



lunedì 9 novembre 2009

Memo: Prioritario rivedere strategia marketing

C'è veramente qualcosa che non va nella mia strategia di marketing del blog, considerato che la pagina dei fan di Balle Virtuali è ferma da giorni a sei (a cinque, se escludiamo il sottoscritto), nonostante sia pubblicizzata qui.

D'altra parte, il mio account di Edward Blake / Il Comico su Facebook, con cui mi sono iscritto a qualche gruppo e nulla più, ha già ottenuto diciotto richieste di amicizia da parte di perfetti sconosciuti, per una media di una/due al giorno.

Uno tsunami di spam a senso unico sta per sommergerli. Poveretti.



giovedì 5 novembre 2009

Stare vicini alla ggente, ovvero: le frontiere della truffa nel Terzo Millennio



Internet, tanto tempo fa, era un luogo meraviglioso per i pubblicitari truffatori in cerca di polli da spennare.

Attirare l'ignaro visitatore in un sito porno, di pettegolezzi televisivi o di previsioni del tempo era un gioco da ragazzi, e da lì partiva la pacchia: nel migliore dei casi l'utonto veniva bersagliato da undicimila popup che pubblicizzavano i prodotti più disparati, dall'allungauccello elettrico alla collezione di settemila faccine tridimensionali che scorreggiavano quando qualcuno ci passava il mouse sopra.

Per chi poi voleva fare il salto di qualità, c'erano anche allegri programmini, chiamati dialer, che cambiavano il numero della tua connessione telefonica da quello della Telecom a quello di una simpatica azienda con sede a Tuvalu.

Sfortunatamente, però, un giorno qualche rompiscatole inventò l'Adsl, non rendendo più necessaria la composizione del suddetto numerino.
Altrettanto sfortunatamente, un tizio di nome Panda Rosso ebbe l'intuizione di aggiungere un blocca pop-up integrato nel browser, e l'esempio venne imitato a ruota.

Restavano i simpatici bannerini di stile Windows che proponevano avvisi allarmanti del tipo: "Il tuo computer ha un virus!! Vuoi eliminarlo?" oppure "Processo di autodistruzione in corso, clicca qui per fermare il conto alla rovescia"; ma ben presto la gente si abituò anche a quelli.

Qualcuno, più furbo degli altri, capì che bisognava attirare la gente con qualcosa di divertente, un gioco. Così, grazie a Macromedia Flash, spuntarono dappertutto bannerini con giochini scemi, tradotti in italiano da uno scimpanzè analfabeta, che potevano consistere in vari obiettivi ("mangia più banane dell'altra scimmietta" o "piscia più a lungo del tuo amico") i quali però richiedevano tutti che il malcapitato cliccasse a più non posso su quel dannato bannerino e venisse portato in un sito di suonerie o vaccate del genere.

I soliti rompicoglioni inventarano anche delle applicazioni per cancellare, per sempre e con un solo click, tutti i bannerini indesiderati. I pubblicitari di internet indirono immediatamente una riunione segreta per vedere il da farsi.

Dopo ore e ore di discussioni senza arrivare a niente, uno di loro ebbe l'idea geniale:
- Ascoltate, fino ad ora abbiamo sbagliato tutto, abbiamo cercato di imporre dall'alto, con sotterfugi vari, il nostro prodotto ai clienti, invece di convincerli che è davvero ciò che fa al caso loro.
- Starai scherzando. A chi vuoi che interessi veramente un abbonamento settimanale alla suoneria del gatto Virgola a due euro al minuto o un software craccato pieno di spyware che si trova gratis su emule?
- A nessuno, chiaramente. Ma se potessimo presentare una testimonianza di un "cliente soddisfatto"...
- Lo fanno tutte le televendite, e lo sai anche tu che sono persone che hanno pagato con una vacanza ad Acapulco. Sarebbe questa la nuova intuizione?

- No, il nostro "cliente soddisfatto" è uno che non viene presentato da noi, è un normale utente della rete che ha provato il prodotto e ne parla. Sai qual è il maggior mezzo di comunicazione delle persone, oggigiorno?

Il primo esperimento di questa brillante idea è blogdilucio.com

Lucio è un blogger, uno di noi, uno che sta vicino alla ggente e sa quali sono i loro desideri, le loro aspirazioni.

Lucio sa che un fisico scultoreo interessa molto i maschietti, specialmente quelli convinti che in tal modo riusciranno ad attirare più gnocca.

Lucio tuttavia sa anche che la gente non ha voglia manco per il cazzo di sudare in una palestra tutti i santi giorni e bombarsi di creatina.

Lucio ha provato un prodotto straordinario, il corrispettivo della Santissima Trinità per i culturisti, con il nome strafigo e americanissimo di Terminator Workout, il che compensa il fatto che uno dei prodotti nel pacchetto abbia il non rassicurante nome di Colon Cleanse (che non so voi, ma a me fa pensare subito a quel gioioso esame che prende il nome di colonoscopia).

Essendo così straordinariamente soddisfatto del proprio acquisto, Lucio ne parla nel suo blog, a tu per tu con altri bloggers, fornendo link al sito dove si può comperare il fantastico prodotto, e ha un sacco di commentatori che condividono le sue analisi. Insomma, una pubblicità dal basso, fatta dalla gente per la gente, senza fastidiosi intermediari.

E' quasi un peccato, quindi, scoprire che Lucio in realtà non esiste, che il "blog" è composto da un solo post e che i commenti sono stati "bloccati", guarda caso, per via dello spam.

Se uno si prende la briga di guardare un po' più in giù, troverà infatti il seguente disclaimer:

Condizioni generali
Prima dell' acquisto, si raccomanda di leggere attentamente le condizioni di acquisto e di accettarle espressamente..


Traduzione: Avremmo volentieri fatto a meno di pubblicare questa roba, ma qualche fesso pieno di soldi che abbiamo truffato potrebbe farci causa, perciò ci dobbiamo parare il culo.

Tutte le immagini sono state selezionate ed importate da siti pubblici e sono da considerarsi di pubblico dominio. Pertanto la pubblicazione delle immagini rientra nei nostri diritti, in base al U.S Copyright Fair Use Act (title 17, U.S. Code.). 

Traduzione:  Abbiamo preso immagini di palestrati a casaccio, facendo finta che siano messi così per merito nostro. Sappi che non ti daremo un soldo per l'allegro sfruttamento della tua immagine, e se hai qualcosa da ridire, vieni a trovarci negli Stati Uniti.

La storia illustrata in questo sito ed il suo protagonista sono fittizi. Questa storia è basata sui risultati raggiunti da alcune persone che hanno tratto beneficio dall' uso di questi prodotti. 

Traduzione: Se sei stato così fesso da credere che una sola cosa di questo sito potesse essere vera, lo sei abbastanza anche per comprare il nostro prodotto. Il beneficio di cui stiamo parlando è nostro e del nostro conto in banca.

I risultati riportati nella storia sono puramente esemplificativi e potrebbero non essere gli stessi raggiunti da voi stessi mediante l' uso di questi prodotti. 

Traduzione: Se non fai attività fisica, non dimagrirai, nè "scolpirai i tuoi addominali", sappilo. Se invece la fai, e ottieni qualche risultato, sarà merito di qualunque cosa tranne che del nostro prodotto.

La remunerazione di questo sito deriva dal numero dei click o dal diretto acquisto dei prodotti offerti.

Traduzione: Lucio non esiste, il blog non esiste, i commenti non esistono, i muscoli in cinque secondi non esistono; le uniche cose reali sono i polli come te, questa trappola per allocchi e il nostro conto in banca. Adesso fila a comprare un po' di nostre porcherie, così possiamo tenere in piedi questo sito e truffare altri babbei del tuo stampo.

P.S. Per una analisi seria e documentata sul sito in questione, provate da Bob Spammit o da Tyrexionibus.