venerdì 18 dicembre 2009

Sì, anche tu puoi essere un genio incompreso!



Lo spunto mi è venuto leggendo questo meraviglioso resoconto di Diego Cajelli (qui e qui).

Cajelli, per chi non lo sapesse, è uno sceneggiatore di fumetti e uno scrittore, un professionista con diversi anni di lavoro alle spalle.
E' quindi logico che, come accade a tutte le persone che acquisiscono una certa esperienza nel loro ramo, si facciano avanti al suo cospetto i cosiddetti esordienti, gente che vorrebbe entrare nel settore e che perciò chiede consigli a chi ci lavora già con successo.
E' comprensibile, succede per una marea di categorie, dai medici agli avvocati, dai cuochi agli attori (ebbene sì, anche a quelli dei set porno).

Il problema è che il mondo dell'editoria / dei fumetti è completamente diverso da gli altri fronti professionali sopracitati, per tutta una serie di motivi.

Innanzitutto è appurato, tramite rapporti del Censis, ricerche di mercato, interviste telefoniche e sondaggi porta a porta, che quasi il cinquanta per cento degli italiani, messo di fronte a un libro, ha la stessa reazione di un uomo di Neanderthal infilato di soppiatto nel CERN di Ginevra.
Per questo quasi-cinquanta-per-cento, il libro è un oggetto mistico, lontano retaggio dei tempi della scuola, un criptico artefatto evidentemente riservato ad una ristretta cerchia di eletti, un po' come i primi cristiani che avevano adottato il simbolo del pesce per rappresentare Cristo ed evitare di essere nominati dalle autorità romane per un ben poco entusiasmante reality show di cinque minuti in una arena con dodici leoni.

L'altro poco-più-del-cinquanta-per-cento, invece, legge lo spasmodico ammontare di almeno un libro all'anno (ullallà); in pratica, se hai comprato la lavastoviglie nuova e hai preso due giorni di ferie per 1) capire dove, nel mastodontico manuale di istruzioni in diciottomila lingue, si trova la parte in italiano; 2) leggere lo stramaledetto suddetto manuale e capire dove si trova la altrettanto stramaledetta funzione a pieno carico, insomma, se hai eseguito queste due semplici operazioni, beh, congratulazioni!, sei appena diventato un lettore!

A fronte di questi entusiasmantissimi dati, abbiamo gli aspiranti scrittori. Ora, il senso economico di mia nonna mi dice che a fronte di non abbondante domanda, non abbondante dovrebbe essere l'offerta.
Al contrario, da quanto mi riferiscono alcuni miei amici che lavorano in case editrici, queste ultime sono perennemente sommersi di manoscritti, file pdf di dieci terabyte l'uno, antologie cartonate e rilegate con capolettera miniati in oro, preziosi saggi con copertina di pelle di coccodrillo.
In pratica, il numero di aspiranti scrittori è paragonabile solo a quello delle future sculettatrici a Striscia la Notizia e dei tronisti palestrati spacciatori di nulla nel salotto televisivo della De Filippi.

Nel romanzo "La cura del Gorilla" di Sandrone Dazieri c'è un personaggio di nome Raffaele, che fa il caporedattore in una casa editrice; gli arrivano almeno dieci manoscritti di esordienti al giorno, uno peggio dell'altro, e lui leggendoli stila una classifica dei loro autori classificandoli in pazzi, molto pazzi e pazzi pericolosi (in quest'ultima categoria trova posto anche l'ideatore dell'investigatore vampiro).
Il terrore più profondo di Raffaele è il seguente:
Da qualche tempo ho il medesimo incubo. Sogno che venga la guerra nucleare, e che per un miracolo di tutto quello che è stato scritto nel mondo si salvino solo queste schifezze. I nostri discendenti penserebbero che questa era letteratura, invece che merda, merda e merda.
E fin qui siamo ad un fenomeno noto. Non a caso, visto che in Italia scarseggiamo di santi autentici e che  persino i navigatori stanno scemando, era logico che i poeti (o aspiranti tali) in qualche modo compensassero.

Prima di leggere il resoconto di Cajelli, tuttavia, io pensavo che questi esordienti si accostassero all'affermato professionista con una certa umiltà e un qualsivoglia desiderio di imparare qualcosa. Magari ossessivi, spesso rompicoglioni, ma almeno con una certa dose di rispetto e anche un pizzico di soggezione per chi quel mestiere lo fa da anni.

Invece no.
Il povero Dante, se fosse vissuto ai giorni nostri, si sarebbe senza dubbio trovato molto perplesso di fronte ad una turba di signori nessuno che proponevano correzioni, aggiunte, tagli alla Divina Commedia.
"Carino, ma un po' troppo lungo, specialmente la parte del Paradiso, così barbosa..."
"Che volgarità quel Barbariccia che scoreggia!"
"Notevole, senza dubbio. Certo, se nel XVIII canto del Purgatorio avessi aggiunto queste mie milleduecento sestine...."

Ed ecco quindi che sono arrivato a formulare non una, ma ben due conclusioni fondamentali riguardanti lo sterminato mondo degli aspiranti scrittori: 

Legge del criticismo letterario inverso: 
Data un'opera X, l'ammontare di suggerimenti non richiesti, di critiche distruttive nonchè imbecilli, e di altri commenti che hanno l'inequivocabile significato di "io l'avrei scritto meglio", è inversamente proporzionale all'effettiva capacità di realizzare un lavoro migliore di X. 

Teorema della persecuzione editoriale disproporzionale: 
L'effettivo talento di un aspirante scrittore è inversamente proporzionale al numero di porte in faccia ricevute dalle case editrici, elevato per il numero di occasioni in cui il suddetto esordiente ha avuto modo di lamentarsi del trattamento subito e/o ribadire il proprio incommensurabile genio letterario.

Tutto questo nel paese in cui appena il cinquanta per cento della popolazione legge almeno un libro all'anno.

Staranno tutti leggendo il proprio.




lunedì 14 dicembre 2009

Quante lettere devo cambiare a "Duomo" per arrivare a "Reichstag"?




Per la seconda volta consecutiva, mi riduco a postare pseudo-freddure del cavolo che non fanno ridere nessuno; almeno Spinoza non ha (ancora) pubblicato nulla e perciò non ho ansia da prestazione, che in questo caso è come fare a gara di chi ce l'ha più lungo con un Sudanese.

Finiti i miei impegni personali, alla faccia di chi pensa che non abbia un tubo da fare, tornerò su questi schermi con un classico post lungo sui fan di Fabrizio Corona o sul Natale. O entrambi.

Nel frattempo, leggendo i seguenti commentini al discorso di SuperSilvio a Milano, ricordatevi del motto di questo blog: se non fa ridere, almeno gli stitici mi ringrazieranno.

P.S. L'immagine non c'entra assolutamente un cazzo.


"Non dovete credere alle fabbriche del fango, dell'invidia, dell'odio"
Molto meglio le feltriane fabbriche di merda.

"Stiamo uscendo bene dalla crisi, meglio di altri paesi europei"
Albania, Islanda, Bielorussia, Macedonia...

"La sinistra è ancora fortemente impregnata nei principi del marxismo"
Fatelo sapere alla compagna Bindi.

"Vorreste trasformare l'Italia in una piazza urlante, che inveisce, che insulta, che condanna... vergogna, VERGOGNA, VERGOGNA!"
A quanto pare, ci sono riusciti benissimo.

"Abbiamo arrestato il numero Due e numero Tre delle organizzazioni mafiose"
L'Uno è sul palco.

Per quanto riguarda l'aggressione con statuetta da parte di Massimo Tartaglia, Berlusconi nonostante tutto può considerarsi fortunato: nel '33 almeno il Reichstag se l'erano dovuto incendiare da soli. 
Altri tempi, senza souvenirs del Duomo di Milano nelle bancarelle e, soprattutto, senza idioti con libero accesso su Facebook.


P.S. Spinoza ha pubblicato. Vado ad impiccarmi con la catena del water.





martedì 1 dicembre 2009

Notizie dal mondo: croci a posteriori





  • La Lega propone di aggiungere la croce sulla bandiera italiana. E poi pulircisi il culo.
  • Gli Svizzeri dicono no ai minareti e sì al commercio di armi. Buone notizie per la bilancia commerciale:  oltre i razzisti da esportazione, abbiamo evidentemente anche i cretini da esportazione.
  • Il poetico killer delle mani mozze afferma di essersi convertito all'Islam. Manca solo che si tinga di nero e copii qualche frase di Fini per fare l'en plein in simpatia percepita dal Paese.
  • Il sindaco di Cocquio Trevisago è però sollevato: "l'assassino non è uno di noi, abita a nove chilometri da qui". Anche da me quelli del civico 7 sono dei poco di buono.
  • Intensa missione diplomatica di Berlusconi: prima dal sovrano Adbullah in Arabia Saudita, poi da Lukashenko in Bielorussia. Gli manca solo Kim Jong-il, Than Shwe, Kabila e Mugabe per completare la raccolta di figurine.
  • A dire il vero, mancherebbe anche Castro, ma Silvio ha fatto sapere che da lui non ci andrà: è comunista.
  • Alla sbarra l'ultimo aguzzino nazista. Per farlo durare fino alla fine del processo il tribunale tedesco ha predisposto l'ibernazione.




domenica 22 novembre 2009

Dai un calcio alla droga. E all'entusiasmo





In attesa dei misteriosi segreti del computer della Brendona, che tanto quello vero se lo sono portato via e l'unica cosa di compromettente sono i filmati di Gasparri che guarda i Teletubbies, ecco a voi una intercettazione che mostra i retroscena di un video azzeccatissimo sulla droga; nel senso che chi lo guarda si deve fare una pera per non tagliarsi le vene dalla depressione.


- E daje...
- No, nun ce pensa' proprio, lasciame stà...
- E daje, ma che te costa, dico io...
- E' che nun lo vojo fa', e basta. Me fa' sentì cojone.
- Ma nun ce pensi che faresti un opera bbona?
- Ma che te stai a di'? Nun dirmi che ce credi sur serio a 'sta minchioneria der sociale...
- Parli facile te, che nun te sei mai trovato duegentomila seguaci der Moige sotto l'ufficio...
- Ma quando t'è successo?
- Era quanno lavoravo per la televisione, e avevo messo in programmazione ir film dei du'cauboi froci sur la prima serata.
- Embè?
- Sono arrevati 'sti battajoni de scalmanati con dei crogefissi de tre metri, e hanno comincia' a spacca' tutto, li mortacci loro. E me hanno fatto recita' la parte der protagonista der film. Quello passivo.
- Famme capì, sono gli stessi che stanno a pensa' che se faccio la comparsa in tivvu e dico du' cojonate, i ggiovani la piantano de drogarsi?
- Sì.
- Nun m'importa, domani faccio finta de infortunarmi, me ne vado a Sciarm e Sceicc, e ggià che ce sono finisco ir secondo libro mio de barzellette.
- Nun hai capito. Guarda fori de la finestra.
- Ah, li mortacci, son loro, con i crogifissi! Ma nun avevi detto tre, de metri?
- Devono essere annati a un trepperdue, perchè ora so' de cinque. Comunque nun ciai scelta, lo capisci o none?
- Vabbene, ma che devo di' in questo firm, che io so' 'na capra a recita'...
- Ma devi di' quarche frasetta cojona der tipo "la droga te spegne" oppure "stanotte dì sì alla vita"...
- "Dai un carcio alla droga" po' anna' bene?
- Va bbene, va bbene, ma c'hai da dirlo anche agli amici tuoi, e metterci entusiasmo quanno lo dici, senno' se vede che nun te ne frega un cazzo.
- Occhei, ma fà allontare sti scalmanati, che alla verginità anale ce tengo, nun so se me spiego.
- Vabbene, però me raccomando, entusiasmo, eh?
- Tutto l'entusiasmo del monno, tranquillo.








giovedì 19 novembre 2009

Recensione: Pioggia di demoni - Dampyr 116




Pioggia di demoni
Dampyr N. 116

Novembre 2009


Soggetto e sceneggiatura:
Mauro Boselli

Disegni:
Luca Rossi








Sinossi
Un bambino trascorre la sua fanciullezza in un allegrissimo orfanotrofio, dove impara a sezionare cervelli, a non chinarsi per raccogliere saponette durante la doccia e a resistere ai terribili esperimenti a cui è sottoposto, fra cui mangiare cereali all'uranio impoverito e guardare la puntata quotidiana di Amici senza poter prendere a calci il televisore dopo cinque secondi.

Nonostante la lieta esperienza, decide di scappare la volta che il direttore gli ebbe ciulato tutte le sue copie di Topolino e di GQ, lasciandolo solo con i suoi onanistici pensieri. Fortunatamente, nella prima classe di una carrozza Trenitalia, si siede sul pagliericcio accanto al cugino scapestrato di Diabolik, che gli offre il suo campionario da vendere in giro.

Il tizio diventa così venditore di parafulmini, ma si accorge presto che non riuscirà mai a guadagnarci una lira, visto che, conciati come sono, sembrano usciti dal Giudizio Universale di Hieronymus Bosch. Intuendo che con un simile orrore in casa, qualunque fulmine di buon gusto ridurrebbe qualsiasi edificio in cenere, decide di tornare dal suo orfanotrofio abbandonato per raderlo al suolo definitivamente.
Nel frattempo, giusto per compiere un po' di distruzione insensata, regala i parafulmini in giro, compiendo così un'opera buona, visto che i beneficiari saranno un fratello e una sorella impegnati in un rapporto incestuoso, un vecchio porcone con sette mogli (le quali, non essendo lui Richard Gere, sono dei catorci ambulanti frigidi tranne un paio), un albergatore che non si faceva mai i cazzi suoi e un elettore della Lega.

Arrivato nell'orfanotrofio, si confronta con l'ormai centenario direttore: lo scontro sembra volgere al peggio, ma il nostro riesce ad avere la meglio mostrando al vegliardo la bolletta della luce (mai pagata) dell'orfanotrofio, che grazie all'assiduo uso dell'elettroshock per 36 ore al giorno aveva ormai superato il debito pubblico italiano.


Se vi state chiedendo cosa facesse Harlan, il protagonista, la risposta è: niente, occupato com'era a respingere le velate proposte indecenti di una zittellona incallita, che sarà pure ringiovanita grazie ad un incantesimo vudù, ma sempre zittellona rimane.


La lezione di vita  
In un fumetto horror, quando qualcuno sfodera un sorriso a centoventisei denti, non lo fa perchè è felice. Corri da un esorcista.


Disclaimer per le anime semplici: Ovviamente quella che avete letto non è la vera trama del fumetto, ma solo una libera interpretazione personale attraverso le lenti della mia mente bacata. Se non l'avevate capito, andate anche voi a togliere parafulmini durante un temporale.




domenica 15 novembre 2009

Il cappello del cuoco, ovvero incarnare gli stereotipi




Come sapranno quei due lettori e tre quarti che mi leggono sin dagli albori di questo blog, guardare il Grande Fratello non è esattamente una esperienza piacevole per me, e solitamente vivo benissimo la mia vita senza sapere nulla di chi sia stato eliminato, di chi si sia scopato chi (o cosa), di chi abbia fatto le corna a chi e di chi abbia scazzato, litigato, triturato, ammazzato, lobotomizzato, maneggiato, atterrato, pasticciato chi, allegramente al di fuori del consorzio sociale.

Tuttavia, qualche giorno fa ho letto un post di Faina Incazzosa dove si perculava, a ragione, il tipo che appare nel video qui sopra. Per la salute dei vostro unico neurone che gioca a ping-pong solo soletto nella scatola cranica, vi assicuro che non è necessario guardarlo tutto, ma bastano pochi millisecondi per farsi un'idea.

Il tizio oggetto dello sbeffeggio collettivo è un maschio bianco di nome Maicol. Poveretto, con un nome così, aveva già il destino segnato sull'autostrada della demenza che porta dritta dritta al realiti sciou.

Maicol è anche gay. Dopo averlo sentito parlare, la cosa dovrebbe risultare ovvia, ma è proprio questa la cosa che mi sconvolge.


Facciamo un esempio pratico: il cuoco.
Se guardate su tutti i disegni dei bambini, su tutti i fumetti, in tutti i film, in tutte le televendite (ehi, Chef Tony, sto parlando di te), in tutti i libri di cucina, il cuoco-tipo, quello vero, quello veramente bravo, indossa sempre il famoso cappello bianco con quella specie di rigonfiamento alla cima.

Ora, in tutti i luoghi di ristorazione dove sono stato, non ho mai visto un affare del genere; ho visto grembiuli unti, camicie bianche, t-shirt con scritto "kiss the cook", pantaloni, jeans, scarpe, ciabatte, pelate, folte capigliature, anche qualche cappellino da baseball in qualche mensa di serie Z.
Ma niente cappello da cuoco.

Eppure lo stereotipo del cuoco, il cuoco-tipo, indossa sempre quel cappello, e non se ne separa mai, nemmeno per fare la doccia o andare a scalare l'Everest; d'altra parte, se vedessi uno cuoco vero con quel benedetto cappello, la cosa mi stupirebbe.


Il problema si manifesta in maniera speculare nel caso di Maicol.
Maicol è l'incarnazione del gay-tipo, non solo per la vocetta, ma anche per "lo stile eccentrico e colorato" e "gli accessori bizzarri e stravaganti" (da sito GF). Insomma, il classico tipo su cui i TG zoomano nel servizio sul Gay Pride.

Il problema è che io, a differenza di Faina, di amici omosessuali ne ho. E sono certo che se vedessero Maicol in azione gli farebbero fare il giro del mondo a forza di pedate nel posteriore.

Mi immagino già il paziente lavoro dei selezionatori che, una volta decisa la presenza di un omosessuale nel programma, si sono adoperati per scartare tutte le figure che si allontanavano troppo dal gay-tipo:

- Il prossimo.
- (forte accento lombardo, giacca e cravatta) Mi chiamo Claudio Fumagalli, ho trentacinque anni, vivo in provincia di Brescia assieme al mio compagno da sei anni e sono Direttore del Personale di una ditta di materie plastiche.
- Avanti un altro!
- (voce normale, maglietta e jeans) Mi chiamo Andrea Dalla Monica, ho ventitrè anni e sono studente di architettura a Perugia; sono appassionato di rugby e collaboro alle attività della sede Arcigay locale.
- Avanti un altro!
- (voce in falsetto, maglione stile Arlecchino con paillettes e pantaloni arancioni) Ciao! Sono Maicol Berti, ma tu puoi chiamarmi Miky; andare al GF è il mio sogno sin da picc...
- Dite a quelli fuori di tornare pure a casa, abbiamo trovato quello buono.


E così, non posso far altro che rivolgere la mia sincera ammirazione agli organizzatori del Grande Fratello. Perchè creare gli stereotipi è facile, è incarnarli, che è difficile.




giovedì 12 novembre 2009

Errata Corrige: Elezioni e indicazioni





Nonostante le accuse per concorso esterno in associazione mafiosa, Nicola Cosentino non si ritira dalla corsa per la Regione Campania: "La mia candidatura non nasce dal nulla, ma è espressione dell'intera Campania. Qualsiasi scelta diversa dovrà tenere conto delle indicazioni del territorio"


Quelle dei Casalesi, semmai.




martedì 10 novembre 2009

Il complotto di Topo Gigio, ovvero: il mondo cospira contro di me




Abbiamo le Torri Gemelle che si sono distrutte da sole con micro-cariche nucleari nelle fondamenta, mentre un missile camuffato da aereo di linea colpiva il Pentagono, il tutto ordito dal Nuovo Ordine Mondiale giudaico-massonico-marxista-leninista.

Abbiamo quelli che sostenengono che le scie di condensazioni degli aerei fossero in realtà scie chimiche, con lo scopo di disperdere le nuvole pioggerellose dalla megavilla sarda di Silvio o di infettarci tutti con un supervirus che fa venire a chi ne è colpito una irrefrenabile voglia di tonno (complotto ordito dalla Rio Mare, ovviamente).

Abbiamo avuto quelli che sostenevano che non siamo mai andati sulla Luna. Uso il passato perchè ora sono presumibilmente tutti all'ospedale, ridotti a più miti consigli.

Fino a qualche mese fa, tuttavia, il fiorente mercato dei libri sulle verità che governi, multinazionali e boy scout ci stanno nascondendo era in forte difficoltà: non solo per la crisi, che si sa, quando manca la pagnotta i soldi per informarsi sono sempre pochi, ma anche per la forte concorrenza, il che rende difficile decidere se vogliamo credere che l'11 settembre fosse stato organizzato dall'immancabile Mossad oppure dal controspionaggio saturniano.

Fortunatamente per i teorici del complotto, è spuntata l'influenza suina, che è certo abbia ucciso una famiglia di scoiattoli rachitici, uno zebù con problemi di deambulazione e una coppia di rane asmatiche.

E' stata una botta di culo ancora più grande che l'influenza porcellina sia stata seguita dal relativo vaccino.

Ora, noi sappiamo tutti che i vaccini fanno male. Anzi, malissimo.

Le malattie infettive più comuni, come la rosolia, la varicella e compagnia bella non sono mai esistite, e sono solo una invenzione delle case farmaceutiche per vendere i loro medicamenti che chissà cosa servono in realtà; le notizie di morti di morbillo in Africa, promulgate da cattivissime istituzioni coinvolte nel complotto, come questa, sono false, perchè come dice la sciura Pina del piano di sopra, "quei negri che abitano lì chissà cosa mangiano".

Ovviamente, stesso discorso vale per l'H1N1. Approfondite ricerche della durata di cinque secondi e mezzo compiute dal mio blog complottista preferito hanno riportato che il vaccino attualmente in uso contiene:
  • Squalene, pericoloso composto usato dal Pentagono negli anni '50, con lo scopo di far spuntare pinne, branchie e denti squarciatutto alla squadra sommozzatori della Marina Americana.
  • Mercurio, che non serve a niente, se non ad indurre la sindrome della termometrite, che spinge a misurarsi la febbre ogni cinque minuti; tutto a beneficio della Pic e simili.
  • Monossido di Diidrogeno, uno dei principali componenti delle piogge acide e, se inalato anche in piccole quantità, può portare a morte certa, come si può vedere qui.
Fortunatamente, in nostro aiuto arriva l'Esimo Emerito Dott. Prof. Ciarl.* Roberto Gava, alfiere della salvezza del pianeta e paladino della crociata antivaccini. Al suono di "Vaccino pericoloso, influenza innocua" il nostro si lancia all'attacco del perfido Topo Gigio e delle case farmaceutiche cattivone che ci vogliono infettare tutti.
Già arriva il primo risultato della titanica battaglia: l'estratto conto del Dott. Prof. Ciarl.*  ha un bel segno più questo mese.

Per non parlare della nostra guest star, il mitico David Icke, che fra una invettiva contro gli ebrei e le scoperte del complotto dei rettiliani (non sono lucertole, sono creature aliene camuffate da esseri umani), ha avuto anche tempo per buttarsi a capofitto in questa nuova, appassionante battaglia.
Speriamo dalla finestra.


P.S. Per chi, leggendo le paranoie di qualche invasato convinto che pure il centro anziani sotto casa lo voglia avvelenare, plagiare, ipnotizzare o controllare, si è preso un po' di legittima caghetta, consiglio di leggersi le note della Organizzazione Mondiale della Sanità sul vaccino dell'h1n1. Ah, ma che stupido, l'OMS è alleata di Topo Gigio!


* Ciarl. sta per "ciarliero", capito? So cosa stavate pensando, che volessi dire CIARLATANO, ma non è così, non volevo assolutamente dire CIARLATANO, chiaro?



lunedì 9 novembre 2009

Memo: Prioritario rivedere strategia marketing

C'è veramente qualcosa che non va nella mia strategia di marketing del blog, considerato che la pagina dei fan di Balle Virtuali è ferma da giorni a sei (a cinque, se escludiamo il sottoscritto), nonostante sia pubblicizzata qui.

D'altra parte, il mio account di Edward Blake / Il Comico su Facebook, con cui mi sono iscritto a qualche gruppo e nulla più, ha già ottenuto diciotto richieste di amicizia da parte di perfetti sconosciuti, per una media di una/due al giorno.

Uno tsunami di spam a senso unico sta per sommergerli. Poveretti.



giovedì 5 novembre 2009

Stare vicini alla ggente, ovvero: le frontiere della truffa nel Terzo Millennio



Internet, tanto tempo fa, era un luogo meraviglioso per i pubblicitari truffatori in cerca di polli da spennare.

Attirare l'ignaro visitatore in un sito porno, di pettegolezzi televisivi o di previsioni del tempo era un gioco da ragazzi, e da lì partiva la pacchia: nel migliore dei casi l'utonto veniva bersagliato da undicimila popup che pubblicizzavano i prodotti più disparati, dall'allungauccello elettrico alla collezione di settemila faccine tridimensionali che scorreggiavano quando qualcuno ci passava il mouse sopra.

Per chi poi voleva fare il salto di qualità, c'erano anche allegri programmini, chiamati dialer, che cambiavano il numero della tua connessione telefonica da quello della Telecom a quello di una simpatica azienda con sede a Tuvalu.

Sfortunatamente, però, un giorno qualche rompiscatole inventò l'Adsl, non rendendo più necessaria la composizione del suddetto numerino.
Altrettanto sfortunatamente, un tizio di nome Panda Rosso ebbe l'intuizione di aggiungere un blocca pop-up integrato nel browser, e l'esempio venne imitato a ruota.

Restavano i simpatici bannerini di stile Windows che proponevano avvisi allarmanti del tipo: "Il tuo computer ha un virus!! Vuoi eliminarlo?" oppure "Processo di autodistruzione in corso, clicca qui per fermare il conto alla rovescia"; ma ben presto la gente si abituò anche a quelli.

Qualcuno, più furbo degli altri, capì che bisognava attirare la gente con qualcosa di divertente, un gioco. Così, grazie a Macromedia Flash, spuntarono dappertutto bannerini con giochini scemi, tradotti in italiano da uno scimpanzè analfabeta, che potevano consistere in vari obiettivi ("mangia più banane dell'altra scimmietta" o "piscia più a lungo del tuo amico") i quali però richiedevano tutti che il malcapitato cliccasse a più non posso su quel dannato bannerino e venisse portato in un sito di suonerie o vaccate del genere.

I soliti rompicoglioni inventarano anche delle applicazioni per cancellare, per sempre e con un solo click, tutti i bannerini indesiderati. I pubblicitari di internet indirono immediatamente una riunione segreta per vedere il da farsi.

Dopo ore e ore di discussioni senza arrivare a niente, uno di loro ebbe l'idea geniale:
- Ascoltate, fino ad ora abbiamo sbagliato tutto, abbiamo cercato di imporre dall'alto, con sotterfugi vari, il nostro prodotto ai clienti, invece di convincerli che è davvero ciò che fa al caso loro.
- Starai scherzando. A chi vuoi che interessi veramente un abbonamento settimanale alla suoneria del gatto Virgola a due euro al minuto o un software craccato pieno di spyware che si trova gratis su emule?
- A nessuno, chiaramente. Ma se potessimo presentare una testimonianza di un "cliente soddisfatto"...
- Lo fanno tutte le televendite, e lo sai anche tu che sono persone che hanno pagato con una vacanza ad Acapulco. Sarebbe questa la nuova intuizione?

- No, il nostro "cliente soddisfatto" è uno che non viene presentato da noi, è un normale utente della rete che ha provato il prodotto e ne parla. Sai qual è il maggior mezzo di comunicazione delle persone, oggigiorno?

Il primo esperimento di questa brillante idea è blogdilucio.com

Lucio è un blogger, uno di noi, uno che sta vicino alla ggente e sa quali sono i loro desideri, le loro aspirazioni.

Lucio sa che un fisico scultoreo interessa molto i maschietti, specialmente quelli convinti che in tal modo riusciranno ad attirare più gnocca.

Lucio tuttavia sa anche che la gente non ha voglia manco per il cazzo di sudare in una palestra tutti i santi giorni e bombarsi di creatina.

Lucio ha provato un prodotto straordinario, il corrispettivo della Santissima Trinità per i culturisti, con il nome strafigo e americanissimo di Terminator Workout, il che compensa il fatto che uno dei prodotti nel pacchetto abbia il non rassicurante nome di Colon Cleanse (che non so voi, ma a me fa pensare subito a quel gioioso esame che prende il nome di colonoscopia).

Essendo così straordinariamente soddisfatto del proprio acquisto, Lucio ne parla nel suo blog, a tu per tu con altri bloggers, fornendo link al sito dove si può comperare il fantastico prodotto, e ha un sacco di commentatori che condividono le sue analisi. Insomma, una pubblicità dal basso, fatta dalla gente per la gente, senza fastidiosi intermediari.

E' quasi un peccato, quindi, scoprire che Lucio in realtà non esiste, che il "blog" è composto da un solo post e che i commenti sono stati "bloccati", guarda caso, per via dello spam.

Se uno si prende la briga di guardare un po' più in giù, troverà infatti il seguente disclaimer:

Condizioni generali
Prima dell' acquisto, si raccomanda di leggere attentamente le condizioni di acquisto e di accettarle espressamente..


Traduzione: Avremmo volentieri fatto a meno di pubblicare questa roba, ma qualche fesso pieno di soldi che abbiamo truffato potrebbe farci causa, perciò ci dobbiamo parare il culo.

Tutte le immagini sono state selezionate ed importate da siti pubblici e sono da considerarsi di pubblico dominio. Pertanto la pubblicazione delle immagini rientra nei nostri diritti, in base al U.S Copyright Fair Use Act (title 17, U.S. Code.). 

Traduzione:  Abbiamo preso immagini di palestrati a casaccio, facendo finta che siano messi così per merito nostro. Sappi che non ti daremo un soldo per l'allegro sfruttamento della tua immagine, e se hai qualcosa da ridire, vieni a trovarci negli Stati Uniti.

La storia illustrata in questo sito ed il suo protagonista sono fittizi. Questa storia è basata sui risultati raggiunti da alcune persone che hanno tratto beneficio dall' uso di questi prodotti. 

Traduzione: Se sei stato così fesso da credere che una sola cosa di questo sito potesse essere vera, lo sei abbastanza anche per comprare il nostro prodotto. Il beneficio di cui stiamo parlando è nostro e del nostro conto in banca.

I risultati riportati nella storia sono puramente esemplificativi e potrebbero non essere gli stessi raggiunti da voi stessi mediante l' uso di questi prodotti. 

Traduzione: Se non fai attività fisica, non dimagrirai, nè "scolpirai i tuoi addominali", sappilo. Se invece la fai, e ottieni qualche risultato, sarà merito di qualunque cosa tranne che del nostro prodotto.

La remunerazione di questo sito deriva dal numero dei click o dal diretto acquisto dei prodotti offerti.

Traduzione: Lucio non esiste, il blog non esiste, i commenti non esistono, i muscoli in cinque secondi non esistono; le uniche cose reali sono i polli come te, questa trappola per allocchi e il nostro conto in banca. Adesso fila a comprare un po' di nostre porcherie, così possiamo tenere in piedi questo sito e truffare altri babbei del tuo stampo.

P.S. Per una analisi seria e documentata sul sito in questione, provate da Bob Spammit o da Tyrexionibus.
   





sabato 31 ottobre 2009

Democrazia Del Basso



(Questa è la Del Basso. La protuberanza a sinistra si chiama Demo, quella a destra Crazia)


Ciclicamente capita di osservare che all'interno di una comunità sociale vada di moda un particolare oggetto o canzone, che puntualmente dopo pochi anni finisce nel tritarifiuti per fare spazio alla prossima geniale trovata dell'esperto di marketing di turno: ieri i bambini giocavano con quello sgorbio giallo dei Pokemon che ha creato una intera generazione di idioti saltellanti al suono di pika-pikaciù, oggi vanno di moda i Gormiti (il tizio che ha inventato il fantastico nome si trova nella sala torture della Giochi Preziosi); ieri i discotecari morti di figa si facevano di ecstasy al suono di Asereje, oggi non lo so, ma deve fare parecchio schifo lo stesso, visto che le mie casse si sono liquefatte alle prime due note.

Il fenomeno non poteva ovviamente restare limitato a mocciosi e tamarri da discoteca, perciò si è esteso a tutta la popolazione, e quel che è peggio, si è esteso a quegli ambiti che occupano una importanza fondamentale nella società, come la politica, la cultura e la gnocca.

Invece di parlare del terzo argomento (dai, oggidì tutti sanno cos'è Youporn), preferisco ripiegare sulla nuova moda sociopolitica che sta spopolando in questi ultimi anni: la Democrazia Del Basso.

(Sì, forse Youporn era più interessante, ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, e inoltre il Nuovo Ordine Mondiale mi paga per questo.)

La Democrazia Del Basso è chiaramente ispirata dalla pettoruta partecipante al Grande Fratello, ma per problemi di copyright gli ideatori ne cambiarono il nome in Democrazia dal basso; i forzaitalioti pensarono fosse un omaggio a Silvio (anche se stigmatizzarono l'allusione all'altezza), tutti gli altri ritennero, a torto o a ragione, che fosse un'allusione a quella parte anatomica femminile che si trova sotto l'ombelico (no, non sono le ginocchia). 

Il vero Democratico Del Basso (DDB d'ora in poi), ha le idee molto chiare sulla società, che riassume in pochi, semplici punti:

1) L'unico politico buono è quello morto. Alcuni psicologi si sono basati su dati statistici per asserire che tale affermazione si basa su una latente sindrome di necrofilia.

2) Chiunque è in grado di fare qualsiasi cosa, da gestire la centrale nucleare piazzata sotto il culo che rischia di fare bum ogni due nanosecondi, a risolvere l'equazione a diciottomila incognite che ha fatto regredire i matematici che hanno tentato di risolverla al rango di uno scimpanzè.
Basta non essere condannati in via definitiva.

Il DDB non si riunisce in un luogo fisico, ma su internet; questo perchè la rete è libera e perchè affittare una sede puzza troppo di politica; in realtà i soldi per la sezione erano già stati raccolti, ma sono stati tutti spesi nella grande sbronza organizzata per festeggiarne l'apertura.

Come in ogni movimento organizzato che si rispetti, i DDB sono suddivisi in una scala gerarchica, ma che è comprensibile solo agli adepti: ogni DDB infatti ha l'obbligo di tenere un blog, e i gradi corrispondono ai bannerini presenti nella barra laterale. Un DDB con il solo banner del free blogger è probabilmente un soldato semplice; chi ha anche il "salva il tuo conto corrente che hai dimenticato persino che esista e che la banca si sta mangiando a poco a poco dallo stato" e il "non paghiamo il canone rai e il conto del calzolaio" è probabilmente un sergente maggiore o un capitano; chi azzarda anche il "salviamo le foche monache dall'uomo cattivo e puzzone" è senza dubbio una della Guide Spirituali della comunità.

Per il resto, generalmente i blog degli adepti funzionano da cassa di risonanza del pensiero della Guida Suprema: la velina di saggezza quotidiana va copiata e incollata, mentre i commenti che non si limitino a "grandissimo!", "perfettamente d'accordo" o "faje il culo" sono riservati ai DDB di rango più elevato, che possono anche pubblicare altri post che siano in armonia con il pensiero della Guida Suprema.

I DDB sono molto conosciuti all'interno della rete. I moderatori di forum e siti di opinione provano un sacro terrore alla loro vista, in quanto sanno che se sono in pausa pranzo e non fanno a tempo ad approvare i loro commenti entro due picosecondi dalla loro stesura, nel giro di un minuto verranno sommersi da quattrocentododicimila e-mail di protesta che gridano alla censura (più qualche migliaio di chiamate telefoniche sul cellulare, complice un DDB che ha scovato chissà dove il loro numero).  La situazione si risolve di solito nell'arco delle 72 ore, quando finalmente, destreggiandosi tra telefonate minatorie e e-mail di insulti, riescono ad approvare tutti i commenti rimasti in coda. A quel punto, i DDB segnano un punto a loro favore sul tabellone e si abbandonano ad entusiastiche esclamazioni al suono di "la rete trionfa!".

Essendo i blog dei DDB formalmente pubblici, è possibile che per argomenti di interesse generale (vedi caso Biowashball) qualche utente esterno osi esprimere un commento di approvazione non sufficientemente entusiastico, se non apertamente critico. Poichè il DDB è stato soggetto ad una operazione che gli impedisce di interiorizzare il concetto di "critica motivata", il suddetto esterno viene bollato come (in ordine di gravità):

- Agente venusiano in incognito con il compito di soggiogare tutti i terrestri e trasformare il nostro azzurro pianeta in una miniera di sale a cielo aperto.
- Commentatore prezzolato afferente a una delle seguenti istituzioni (a seconda del contesto): Nuovo Ordine Mondiale, CIA, FBI, multinazionali, partiti politici, Chiesa, Mediaset, RAI e circolo bocciofilo di Carugate Sotto.
- Asservito ai partiti, di qualunque tipo, genere e specie. Rientra in questa categoria chiunque abbia espresso il proprio voto negli ultimi vent'anni (fosse anche l'assemblea di condominio) e non abbia rotto i coglioni agli scrutatori chiedendo che fosse messo a verbale l'annullamento della scheda a mo' di protesta.
- Rimbambito da visione di, nell'ordine: TG di regime, Porta a Porta, Grande Fratello, Buona Domenica. Segue l'immancabile invito a "spegnere la tv" e a "informarsi" (allegando di solito quindicimila link al sito della Guida Suprema).

In ogni caso, a prescindere dall'argomento del post, ogni commentatore non estremamente critico nei confronti delle istituzioni (consiglio di zona compreso) viene bollato in una di queste categorie.

L'invettiva contro il bersaglio di turno viene rincarata dallo sbeffeggio, frutto degli anni di frequentazione dell'asilo e, in età adulta, della visione del Bagaglino: un politico/rappresentante delle istituzioni/intellettuale di due metri e venti in carrozzina sarà ribattezzato rotopertica; uno basso che fuma sei pacchetti di Marlboro al giorno, tappo a smog.

Può capitare, infine, che i DDB, una volta accortisi dell'esistenza di un mondo reale al di là della rete, si rendano movimento politico. Il programma di solito presenta una serie di punti, fra cui comunemente spiccano i seguenti:
- Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
- Sussidio di disoccupazione garantito
- Copertura dell'intero Paese con la banda larga
- Eliminazione degli inceneritori
- Un milione di posti di lavoro
- Più figa per tutti
- Volemose bene

E, in fondo, il nome Democrazia Del Basso viene da questo: ha un paio di solidi argomenti, ma ricorda che, stringi, stringi, alla fine stai toccando solo silicone.


Postfazione quasi seria: Il desiderio impellente di scrivere un post sulla Democrazia Del Basso c'era da tempo, ma la decisione definitiva è sopravvenuta quando ho partecipato al presidio di Milano del 3 ottobre sulla libertà di informazione. Gli organizzatori, che con tanta buona volontà hanno preparato l'evento, avevano allestito un piccolo esperimento "dal basso" per ribadire la libertà di pensiero e di opinione: chiunque avesse qualcosa da dire era libero di salire sul palco e prendere la parola.
Probabilmente non si aspettavano che, dopo una serie di interventi "normali", un tizio iniziasse a lanciare strali contro il Corriere della Sera, reo di non fare scrivere un genio  incompreso come lui, a lamentarsi dello Stato cattivo e puzzone, e dei tribunali che non gli davano ascolto (aveva una quindicina di cause condominiali sul groppone. Poveri vicini!). 
Non ce l'ho fatta a resistere, me ne sono andato col morale sotto le scarpe. Se questa è la democrazia dal basso, datemi un ascensore, per favore.




mercoledì 28 ottobre 2009

Indovina indovinello




Secondo Gilioli e altre fonti giornalistiche, fra gli habituè dei giri marraziani ci sarebbero anche due pezzi da novanta, uno proveniente dal PD e l'altro dal PDL.

Dell'esponente del PD sappiamo che è un ex-ministro sposato, ma la cosa finisce qui. Peccato. Magari era uno che aveva fatto qualche dichiarazione contro la prostituzione o sui valori della famiglia. Chissà.

Per quanto riguarda l'esponente del PDL abbiamo più elementi, e quindi possiamo indire un simpatico quizzone, con ben 3 (tre) aiutini dalla regia.

  • E' un ex-ministro.
  • Proviene dall'area AN.
  • In questi giorni ha ululato a gran voce per le dimissioni di Marrazzo.
Il vincitore potrà prenotare un intervento completo a Casablanca; e se proprio non ci arrivate, gli amici di Mastellatiodio hanno una ipotesi affidabile. Solo un'ipotesi, eh!



martedì 27 ottobre 2009

Recensione: La leggenda del vecchio ponte - Dampyr speciale 5


La leggenda del vecchio ponte
Dampyr speciale n. 5

Ottobre 2009

Soggetto e sceneggiatura:
Mauro Boselli

Disegni:
Fabio Bartolini 







Sinossi
Il padre di Kurjak, noto ubriacone, sta male: inavvertitamente, infatti, ha bevuto da una bottiglia d'acqua sul tavolo credendo che fosse grappa, ed ora è vittima di una grave intossicazione.
Nell'estremo tentativo di salvare il genitore, Kurjak lo porterà sul vecchio ponte di Mostar, dove il padre anni prima aveva vinto una importante gara di resistenza, che consisteva nel bere più chupito possibile per poi buttarsi nel fiume: il delirium tremens gli aveva fatto vedere l'angelo protettore del ponte (aveva visto anche Angelina Jolie nuda, ma vabbè).

Fatta tappa nel paese natale di Harlan, il Dampyr incontra le sue zie, che lo avevano abbandonato in tenera età per darsi alla prostituzione a Bruges; occupandosi ora di smercio di stupefacenti, Harlan ne approfitta di fare il pieno di LSD, ricordandosi dei bei tempi di quando girava nei villaggi della Yugoslavia a fare il family banker.

Purtroppo Nergal, il più importante spacciatore della comunità infernale, vuole mantenere il Dampyr sotto la dipendenza delle sue droghe, perciò propina ad Harlan tutta la roba più pesante che ha a disposizione, il cui effetto è fargli credere di partecipare alla nuova edizione del Grande Fratello. Sarà una lotta contro il tempo per le tre zie, che devono assolutamente sconfiggere Nergal e salvare così il loro giro d'affari.


La lezione di vita  
Se vuoi disfarti di qualcuno, il pianto funebre va relegato a dopo la dissoluzione del corpo e non viceversa. Specialmente se i parenti sono le tre Parche e sanno fare i nodi.


Disclaimer per le anime semplici: Ovviamente quella che avete letto non è la vera trama del fumetto, ma solo una libera interpretazione personale attraverso le lenti della mia mente bacata. Se non l'avevate capito, buttatevi anche voi dal ponte di Mostar.




lunedì 26 ottobre 2009

Notizie dal mondo: PD in trans-ito



  • So long, Marrazzo. In televisione andava a caccia di pacchi, in politica non era cambiato molto, evidentemente.
  • Un consiglio per i dirigenti del PD: il prossimo candidato alla regione Lazio, che vada pure a trans, ma, per l'amor del cielo, fate attenzione al cognome!
  • C'è chi denuncia brogli a sfavore di Marino nelle primarie del PD: sulla rete, infatti, la maggioranza era con lui. Beh, se gli utenti internet fossero un campione rappresentativo degli italiani, Berlusconi riceverebbe al massimo 2 voti (ma governerebbe lo stesso, visto che l'affluenza alle urne sarebbe dello 0,0005%) e Grillo sarebbe eletto padre della patria e dittatore supremo della nazione.
  • Rutelli minaccia di lasciare il PD. Alla faccia dei disfattisti, ecco il primo successo delle primarie.





giovedì 22 ottobre 2009

Gli stupidi non vincono mai


(Foto: Concorrente del gioco dei pacchi mentre rifiuta un'offerta di 100.000 euro)

A parte un paio di abitanti del sistema di Alpha Centauri (ma su questo ho qualche dubbio), credo che tutti gli esseri senzienti di questo universo siano coscenti dell'esistenza di un programma che si chiama "Affari tuoi" (d'ora in poi, soprannominato "il gioco dei pacchi").

Il gioco dei pacchi, a volerlo descrivere in due qualche riga, si svolge secondo la seguente modalità: dopo che il concorrente ha raccontato la sua triste storia (di solito un pluridisoccupato che vive sotto i ponti da quarant'anni, o una diciottenne che vuole il premio per farsi un lifting alle tette), deve procedere ad aprire vari pacchi, dove sono contenuti i premi che lui non vincerà, e a alla fine apre il suo pacco, quello col suo premio; ogni tanto l'azzeccagarbugli della trasmissione offre una somma certa al concorrente in cambio del suo pacco (fra parentesi, visto che alla RAI non sono fessi, tale offerta è sempre molto, ma molto inferiore al valore atteso dei pacchi ancora a disposizione).

Come è facile capire, il contributo dello spettatore è estremamente limitato, con l'indubbio vantaggio che anche individui dalla capacità intellettuale del capo ultras della curva sud di San Siro possono partecipare al gioco; non è necessario far parte dei mitici campioni di enigmistica o sapere cosa aveva mangiato a pranzo Gandhi il 14 febbraio 1956 (per chi non lo sapesse, la sua reincarnazione aveva consumato un happy meal al McDonalds di Rapid City). L'unico effettivo margine d'azione del partecipante non dettato dal potere del proprio posteriore, è decidere se accettare o meno la benedetta offerta del leguleio.

Bene, io non potrei mai partecipare ad un gioco così.

Mai.

Se non altro perchè chiuderebbe dopo due serate.

Alla prima offerta, infatti, solitamente una somma che supera i 10.000 euro, io avrei accettato senza pensarci due volte, preso la vincita e sarei ritornato ben felice a casa, consapevole di aver guadagnato Xmila cocuzze solamente per fare un po' il coglione, cosa che generalmente faccio gratis.
Durata media della puntata: tre minuti e ventotto secondi. Un tempo che non permette nemmeno lo stacchetto pubblicitario della suoneria con la rana che rutta al ritmo di "Para bailar la bamba" (di cui avevo parlato anche qui).

Fortunatamente il partecipante medio non la pensa come me, e punta al megapremione di cinquecentomilaeuriingettonidoro. E qui arriviamo all'episodio di vita vissuta vero e proprio.

Partecipante di sesso femminile, giovane, incinta, con fidanzato e genitori al seguito. Vuole il premio per comprarsi la casetta piccolina in Canadà e coronare il suo sogno d'amore. Di per sè la motivazione è nobile, ma è raccontata in maniera così stucchevole e melensa che faccio il pieno di antiemetici per continuare a guardare. La situazione non è allieviata dal fatto che quell'idiota del rumorista approfitta della gravidanza della concorrente per far risuonare nell'aere ogni due per tre dei vagiti registrati (ah. ah. ah.); forse quand'ero all'asilo mi avrebbe fatto ridere.

Quando guardo il gioco dei pacchi capisco, dalle decisioni del concorrente, se voglio tifare per la supermegavincita e per il vissero tutti felici e contenti, oppure per i venti centesimi e lo sfascio familiare al suono di "io te l'avevo detto di accettare l'offerta, brutta stronza", così mi metto ad osservare meglio l'andamento della situazione.

La tipa all'inizio ha fortuna: nei pacchi che apre ci sono tutti valori bassi; le vincite da Xmila euro sono ancora sul piatto. Telefona Azzeccagarbugli, offrendo 36.000 eurelli in cambio del pacco.
Beninteso, io avrei preso e sarei andato a casa, la giocatrice continua. Va bene, le probabilità sono ancora a suo favore. Alle urla di incitamento per la coraggiosa decisione non si unisce la madre, che pensa alla dentiera nuova placcata oro che avrebbe potuto comperarsi con la vincita.

Ovviamente uno può avere culo, ma non per sempre: se ne va via qualche vincita grossa, 100.000 euro, 75.000 euro.
Conseguentemente, Azzeccagarbugli abbassa l'offerta, ma non di molto: 30.000 euro. In gioco ci sono sette premi minori o uguali a 30.000 euro e quattro maggiori.

Io comincio a pensare, pensare intensamente, per mandare alla concorrente un messaggio telepatico di questo tipo: "Forza cretina - accetta l'offerta -  non farti fottere - non farti fottere - non farti fottere - una possibilità su sette contro una su quattro - non si può sbagliare - non pensare al tuo stupido sogno del tuo nido d'amore, pensa ai 30.000 verdoni che ti aspettano senza che tu debba muovere un dito - devi solo pronunciare una parola, e cioè..."


"Continuo!" Esclama l'idiota in un tripudio generale. Il fidanzato e il padre gioiscono; la madre, i cui geni evidentemente sono, ahimè, recessivi, prende il fazzoletto e saluta per sempre i soldi che prendono il volo.

Inutile specificare che la tipa in questione alla fine ha vinto 50 euro e la lettera al Presidente della Repubblica è già stata spedita. Gli stupidi non vincono mai.



lunedì 19 ottobre 2009

Dr. Tremonti & Mr. Threemounts





Mr. Threemounts diceva:
[...] abbiamo applicato la flessibilità nel mercato del lavoro attraverso i nuovi modelli contrattuali. (31 gennaio 2009)
Elementi di flessibilità nei rapporti di lavoro sono fondamentali (17 marzo 2002)


Dr. Tremonti dice:
Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia (19 ottobre 2009)


Mr. Threemounts dirà:
Cambiare un lavoro ogni due settimane guadagnando duecento euro al mese è la soluzione vincente per chi si affaccia sui mercati moderni. Non scordatevi la vaselina. (4 aprile 2015)

Sequestrategli la pozione, per cortesia.



venerdì 16 ottobre 2009

Giudici e stravaganze




Chissà che sarebbe successo se i signori di Canale 5 avessero filmato me, mentre andavo dal barbiere...



....beh, probabilmente sarei già in manicomio.



giovedì 15 ottobre 2009

Chiavi di ricerca - quarta puntata




In questi mesi ho trovato tutta una serie di chiavi di ricerca curiose. Siccome però la maggioranza continua ancora a cercare quella cosa che ho malauguratamente e involontariamente pubblicizzato la volta scorsa, mi vedo costretto a censurare alcuni termini. Ma non è pruderie, sappiatelo!

Cominciamo col vincitore di questa tornata, che è senza ombra di dubbio....
foto di donne custodi di cacche
Non riesco neanche a commentare. Io e una blatta abbiamo più affinità rispetto al tizio che ha cercato questa roba. 

Il secondo posto va ad un accanito medioevalista, che ha cercato nientepopodimeno che...
alabarda nel cesso
Occhio quando caghi.

Al terzo posto, invece, abbiamo... 
misura scarpe emiro del qatar
Il 52. Ma solo perchè ha quelle buffe babbucce a punta.

In più, menzione speciale per la chiave vip:
vetri anti intercettazione
Avanti Silvio, ti abbiamo beccato.

Tutte le altre chiavi:





brunetta si fa inc***** dal ca**

Più o meno lo stesso livello di ribrezzo della Binetti col cilicio.

componi acronimo udc coglioni
Unione dei Coglioni (ci voleva poi molto?)

cosa significa eroe moderno
Significa questo.

giapponesi tette grosse
Un po' come cercare "cinesi cazzo lungo"

ragazzo virtuale strafigo giappo
Oddio, abbiamo pure le quindicenni manghettare in tempesta ormonale che visitano questo blog.

basta non ne posso proprio più non ti capisco
Manco io.

come farsi inc***** dal mio c***?
Interessato alla cosa?

abbigliamento formale colloquio mediolanum
Nah. Non farti del male. Prima guarda qui.

biowashball funziona
Come no, come il tuo cervello.

il paese che ospita i truffatori piu' incalliti
Probabilmente ci sei sopra.

buon inc***mento
Altrettanto.

non razzisti, ma diversamente tolleranti
Qui.

cosa vuol dire priapico
Una stecca di biliardo nelle mutande dovrebbe rendere l'idea.

la poltica non serve a nulla
Non siamo sul blog di Beppe Grillo. Sparisci.

partiti 78 tornati 5 renzo bossi
Sono i suoi insegnanti di ripetizione, per caso?

balena in tassidermia
Ci vuole tanta pazienza. Auguri.

bunker antiatomico reggio calabria
Il piano nucleare italiano va avanti.

michael jackson sorridi
Cazzo deve sorridere? E' morto.

tette matteo salvini
Ognuno si eccita come può.

salvatore bagni taci
Perfettamente d'accordo.



lunedì 12 ottobre 2009

Napolitano, la taumaturgia e i produttori di sigarette




Ultimamente un sacco di blog, come questo, questo e questo, stanno dicendo peste e corna di Napolitano per aver apposto la firma al Lodo Alfano; tali critiche, ovviamente, sono totalmente autonome e indipendenti dagli sputtanamenti messi in campo da tempo da questo signore (con uno stile e una finezza paragonabili a quelli del Bagaglino) e quest'altro, nè c'entra qualcosa che il 99,9% periodico dei suddetti blog siano talmente tappezzati da bannerini "Free blogger" e "Sono ammastellato", che lo spazio di lettura dei post sia miseramente ridotto a dodici pixel per quattordici.

A parte questa premessa, che è solamente un subdolo modo per attirare visitatori da blog più letti del mio (non che ci voglia molto, peraltro), l'argomento di questo post vorrebbe essere il curioso ruolo che ha il Presidente della Repubblica nel nostro paese.


In Italia, se uno ha un problema serio (tipo fottere un posto di lavoro al tizio dieci volte più in gamba di lui), cerca di parlarne con qualche pezzo grosso della politica, della Chiesa o dell'economia di sua conoscenza.

Se è sfigato, e non ne conosce nemmeno uno, si rivolge a qualche associazione locale, al prete o agli amici degli amici dei pezzi grossi.

Se è molto sfigato, si incatena a qualche palo davanti ad un edificio pubblico, in modo da finire sui giornali; se fa le cose per benino, verrà invitato a qualche trasmissione televisiva dove scatenerà una gara di soliderietà a suo favore, lamentandosi in continuazione della presunta causa del suo problema (generalmente lo Stato, le istituzioni, la politica o altro concetto astratto che non può essere riconducibile ad un nome e cognome).


I Campioni della Sfiga, quelli a cui le capitano tutte e non hanno uno straccio di nessuno a cui rivolgersi, scrivono al Presidente della Repubblica.

La lettera al Presidente della Repubblica è l'ultima spiaggia. Se sei arrivato a quel punto, significa che dopo puoi solo incominciare a scavarti la fossa e a buttartici dentro; questo non vuol dire che i motivi per cui uno scrive al Capo dello Stato siano banali o poco importanti (i signori Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli ne sapevano qualcosa). Resta il fatto che per una lettera seria di cui viene data notizia ce ne sono almeno nove che trattano di pinzillacchere.

Il Presidente, Napolitano o chi per esso, generalmente risponde con un messaggino che, tolte le inevitabili infiocchettature formali, suona più o meno così:


"Caro Campione della Sfiga, capisco il tuo terribile problema, e sono conscio che molti altri sfigati come te sono alle prese con simili tribolazioni. Mi dispiace però dirti che hai sbagliato indirizzo: vedi, il fatto che mi si chiami con roboanti appellativi come "Capo dello Stato" non significa una cippa. 
Devi sapere, infatti, che i padri costituenti, sapendo come noi italiani avessimo la passione di osannare qualunque idiota che facesse un po' lo sborone e la voce grossa, hanno dato alla Repubblica una forma parlamentare, e hanno fatto sì che il mio posto non potesse essere occupato dal primo coglione scelto dai nipoti dei beoti che avevano esaltato Mussolini fino al giorno prima della sua caduta (per poi dichiararsi tutti antifascisti il giorno dopo); visto che però non è carino che una persona non eletta dal popolo possa rompere troppo i coglioni, mi hanno dato un ruolo di pura e semplice rappresentanza, che più che inviare qualche richiamo e sperare che i tizi che scaldano la sedia in Parlamento siano abbastanza gentili da prestarmi ascolto non può fare. Perciò io ora farò presente alle Camere il tuo problema, loro se ne impipperanno allegramente e tu potrai cominciare a scegliere il ponte sotto cui buttarti. Con affetto: il Presidente della Repubblica."


Sì, sarebbe bellissimo se arrivasse Napo in costume da Superman e dicesse a Silvio: "Senti psiconano, uno di noi in questa nazione è di troppo, hai ventiquattro ore per lasciare il Paese.". Un po' meno bello è pensare a Silvio Presidente della Repubblica che rimanda indietro le leggi secondo la sua personale interpretazione della Costituzione. E, soprattutto, senza crisi di governo o sputtanamenti vari che possano levarlo dalle palle per 7 (sette) anni.

I vari Free bloggherz che si chiedono, fra lo stupito e l'indignato, perchè Napo abbia firmato il Lodo Alfano e non abbia usato i suoi superpoteri per far cadere un meteorite in testa a Silvio mi ricordano quelli che fanno causa alla Philip Morris dopo aver scoperto la esposizione permanente di tumori con sede nei polmoni del loro parente più caro (che aveva fumato venti pacchetti di sigarette senza filtro al giorno per quarant'anni).

Detto questo, non posso dire di adorare l'attuale inquilino del Quirinale; a mio parere, però, il problema con Napo e la sua presunta riluttanza ad far piangere le statuine della Madonna è legato alle sue radici di comunista d'antan (lui sì, non l'Economist o Confindustria). Probabilmente vuole evitare lo sputtamento mediatico a reti unificate al suono di "Vedete? D'altronde, cosa vi aspettavate da un comunistaccio mangiabambini?".


Come dite? Lo stanno già facendo comunque? Oh, beh, fanculo. Vado a prendermi una birra.


Morale della favola:
Il prossimo Presidente della Repubblica continuate a pescarlo fra gli ex-democristiani, per favore.

P.S. Se sul caso in questione volete leggere una opinione seria con cui mi trovo abbastanza d'accordo, fate un salto da Francesco Costa.




sabato 10 ottobre 2009

Recensione: Sfida alla Temsek - Dampyr 115

Ne approfitto per inaugurare una nuova rubrica, dedicata alle recensioni di fumetti (e libri) che leggo.
Alcune, doverose premesse:
- Visto e considerato che la penso esattamente come questo signore qui, anche se mi trovo dall'altra parte dell'albo, non indulgerò in sterminate analisi come se stessi scrivendo un'opera critica sulla Divina Commedia. Anche perchè l'idea di diventare un nerd fumettomane del cazzo mi ripugna assai.
- Sono convinto che al 99,999% di quelli che vengono qui non gliene frega una cippa se l'albo x per me è un capolavoro o se l'albo y lo trovo una schifezza (a meno che non sia uno di quei nerd fumettomani del cazzo di cui sopra), perciò non troverete espliciti giudizi di merito, ma soltanto la mia, personale interpretazione dell'opera in questione sotto la lente distorta della mia mente malata.
- Prima che qualcuno me lo faccia notare: no, in effetti non sono nemmeno recensioni. Ma in fondo, chissene.


Sfida alla Temsek  
Dampyr N. 115

Ottobre 2009

Soggetto e sceneggiatura:
Diego Cajelli

Disegni:
Alessandro Bocci











Sinossi

Gli scienziati pazzi della multinazionale Temsek (che è cattiva come la Nestlè, la Monsanto e McDonalds messi insieme, e in più produce armi) hanno mescolato i geni dei pitbull con quelli di Sgarbi, ottenendo delle creature brutte e incazzose come quest'ultimo durante una puntata di Buona Domenica.

Approfittando di un 3x2 nella loro armeria di fiducia, Harlan, Tesla e Kurjak si recano a Milano 3, al di sotto della quale sta la base sotterranea dei cattivoni.

Dopo aver spaccato il culo a tutti, grazie anche ad una misteriosa arma segreta a forma di cubo che non è altro che un juke-box con l'ultimo pezzo rap di Fabrizio Corona, il terzetto se la dovrà vedere contro l'ultimo esperimento della Temsek: Gino, mostro orrendo ma dalle incredibili capacità ballerine, che la multinazionale vorrebbe presentare alla prossima edizione di Amici. Senza peraltro che qualcuno noti la differenza.


La lezione di vita


Se il tuo capo ti offre una promozione, ma ti manda a lavorare al fantomatico "progetto segreto", forse è l'ora di accettare l'offerta di quella ditta di spurghi.




giovedì 8 ottobre 2009

Lodo Alfano: la Consulta in camera di consiglio



Pubblichiamo, in esclusiva su questo blog, il verbale supersegreto della seduta della Corte Costituzionale in camera di consiglio sul Lodo Alfano. Per la privacy, sono stati omessi i nomi, ma se qualche direttore di Giornale col cognome che inizia per F desidera saperli, basta che si presenti con il blocco degli assegni del suo capo.


Giudice 1: Allora, siamo tutti d'accordo che è incostituzionale?
Giudice 2: Dai cazzo, certo che è incostituzionale, lo capirebbe anche un bimbo di due mesi e mezzo in deficit di sviluppo.
Giudice 3: Ma certo.
Giudice 4: Sicuramente.
Giudice 5: Non c'è ombra di dubbio.
Giudice 6: Quindi, a parte quei sei a cui Silvio ha promesso un biglietto vitalizio a Salsomaggiore Terme per curarsi i reumatismi (beati loro) e ora sono al bar a prendersi un caffè, noi nove dovremmo votare per l'illegittimità.
Giudice 3: Uh...
Giudice 7: Veramente...
Giudice 2: A pensarci bene...
Giudice 8: Riflettiamo un attimo...
Giudice 9: Già, riflettiamoci un attimo.
Giudice 6: Come, riflettiamoci un attimo? Non abbiamo appena concordato tutti che è anticostituzionale?
Giudice 3: Beh, dovremmo considerare la cosa cum grano salis; d'altronde, come dicevano gli antichi, in audaces non est audacia tu...
Giudice 6: Piantala con quel tuo latino, che sei l'unico ad averlo studiato e noi non ci capiamo un cazzo.
Giudice 8: Quello che voleva dire è che dovremmo considerare le conseguenze.
Giudice 6: Quali conseguenze? Tanto lo sanno tutti che non potrà mai venire condannato per un cazzo comunque.
Giudice 8: Le conseguenze che riguardano NOI, imbecille.
Giudice 6: Noi?
Giudice 8: Sì, noi, testa di cazzo.
Giudice 6: Non capisco.
Giudice 8: Ora ti faccio capire io, pezzo di scemo. Stamattina mi ha telefonato Feltri. Mi ha letto il pezzo che metterà nella prima pagina di domani se non approveremo quel dannato Lodo: scriveranno che porto la dentiera, che mi scaccolo durante le udienze e che mi faccio fare le seghe con i piedi dalle nigeriane in tangenziale est!
Giudice 3: Suppongo che ci saranno anche delle parti in cui si parla di noialtri.
Giudice 8: Sicuro! Di te si dice che metti il vibracall sul telefonino e ti fai chiamare dopo che te lo sei infilato in culo, di te che hai una passione feticista per i calzini spaiati, di te, invece, che ogni sabato notte entri di nascosto nello zoo per inchiappettarti l'orso polare...
Giudice 7: Non è vero! Era l'orso bruno!
Giudice 8: Comunque sia, la situazione è questa: se non approviamo il Lodo, una montagna di merda delle proporzioni dell'Everest ci sommergerà all'istante.
Giudice 2: Si potrebbe pensare ad una soluzione di ripiego, una trovata all'italiana che accontenti un po' tutti.
Giudice 9: Spiegati meglio.
Giudice 2: Cioè, noi diciamo che il Lodo così com'è non va bene, ma che c'è solo bisogno di... un ritocco, di un lifting.
Giudice 9: Sì, insomma, potremmo dire che è necessaria soltanto una correzione in Parlamento su alcuni punti non fondamentali, così salviamo capra e cavoli.
Giudice 8: Mi sembra un'ottima idea!
Giudice 3: Anche a me!
Giudice 6: D'accordo, allora. Finiamola qui, che magari riesco anche a tornare a casa in tempo per vedermi Un posto al sole.
Giudice 1: Un momento.
Giudice 3: Cosa?
Giudice 1: Io non sono d'accordo.
Giudice 3: Come non sei d'accordo? Hai sentito prima cosa succede se lo bocciamo, no?
Giudice 1: Sì, ma non sono d'accordo lo stesso.
Giudice 6: Dai, porca miseria, non creare ulteriori problemi! E poi tu, che sei stato pure a cena con Silvio!
Giudice 1: Appunto.
Giudice 6: Come appunto? dai, ti sarai trovato benissimo!
Giudice 1: Anche troppo! Finita la cena, Silvio chiama una bellissima ragazza e le dice: "Senti Natascia, questo signore è mio ospite, e tu ti dovresti occupare che lui si trovi bene in tutto, non so se mi spiego".
Giudice 6: Wow, e poi?
Giudice 1: Lei mi si siede sulle ginocchia e mi dice con voce suadente "Ho sempro avuto passione per uomini maturi. Dicono che sono gli amanti i più focosi... perchè non ti ferma qui stanotte in stanza letto degli ospiti?"
Giudice 6: E tu cosa hai fatto?
Giudice 1: Me ne sono tornato a casa.
Giudice 6: Come sarebbe "tornato a casa"!
Giudice 1: Me ne sono tornato a casa PERCHE' MI HANNO TOLTO LA PROSTATA UN ANNO FA!
Giudice 4: Ma questo è niente rispetto a quello che è capitato a me!
Giudice 9: In che senso?
Giudice 4: Anche io ero alla stessa cena, e Silvio per dolce ha avuto la bella idea di far servire la CROSTATA ALLE PRUGNE! Per "purgare corpo e anima da certe idee comuniste" scherzava lui! Sono stato rinchiuso al cesso per due ore, e non avevo nemmeno più la mia scorta di Pampers per l'incontinenza! Sono dovuto tornare a casa fingendo un malore, quando Iolanda mi aspettava nel letto della camera degli ospiti!
Giudice 1: Un momento, Iolanda era per caso quella tipa rossa con due tet...
Giudice 8: Non è il momento di parlare di queste cose! Dobbiamo venire a capo di questo pasticcio!
Giudice 2: Un momento, forse ho trovato la soluzione!
Giudice 8: E sarebbe?
Giudice 2: Ho appena parlato con mia sorella che vive in provincia di Reggio; ha promesso a tutti noi di invitarci tutte le settimane al pranzo della domenica se bocceremo il Lodo!
Giudice 8: Sì, ma Feltri... il Giornale...
Giudice 2: Piantala! Sei forse direttore di un quotidiano tu?
Giudice 8: No.
Giudice 2: Corri il rischio di perdere il lavoro?
Giudice 8: Beh, no.
Giudice 2: Te ne frega qualcosa se il mondo sa che vai a troie quando puoi farti una bella risata alla faccia loro?
Giudice 8: In effetti, una beata cippa.
Giudice 2: E allora, visto che Silvio a noi il ticket vitalizio a Salsomaggiore non lo ha offerto, mandiamolo in culo, lui e il Lodo. Mia sorella fa un erbazzone che è una meraviglia. Ah, poi ti ho detto che mio nipote è un produttore di Lambrusco?
Giudice 8: ...DOC?
Giudice 2: DOC.
Giudice 9: E' una bella gnocca tua sorella?
Giudice 2: Ha la sua età, ma per una botta e via ci può stare...
Giudice 6: Beh... Allora siamo d'accordo tutti? La giriamo così e andiamo a casa a vederci Un posto al sole?
Tutti: D'ACCORDO!
Giudice 2: Allora ci vediamo da mia sorella domenica! Siate puntuali!



lunedì 5 ottobre 2009

Femili Bencher Dei (Terza parte)




Riassunto delle puntate precedenti: Invitato a quella che sarebbe dovuta essere una giornata di selezione per lo sbarluccicoso posto di Family Banker alla Mediolanum, mi ritrovo in una situazione molto simile alla vendita di pentole su Rete Montepinerottolo. Ma dopo ore di attesa, qualcosa comincia a muoversi...


Con lo sguardo attento al cronometro per segnare quanto tempo Aziendaman avrebbe impiegato a fornire a noi poveri aspiranti Banchieri di Famiglia una qualunque informazione utile sull'offerta di lavoro (per la cronaca, sono arrivato a due ore e mezza), assisto all'ennesimo filmato di Ennio Doris che mostra come il suo conto è rapido, comodo, veloce, e se scegli l'opzione premium ti porta la colazione a letto.

Il concetto è il seguente: se tua moglie è un cesso con le ruote e vuoi farti una scopatina con la tua escort di fiducia in tangenziale, ma non hai i soldi e sono le tre di notte, sappi che ci sarà sempre, nel call center Mediolanum, uno schiavetto fatto di anfetamine che concluderà la transazione al posto tuo.


Tutto sembra andare per il meglio, quando una voce di protesta si leva nell'aere. Il novello Lenin è un ragazzo vicino alla trentina, che dice ad alta voce quello che il 90% dell'uditorio stava pensando dall'inizio della presentazione televendita.

"Cosa cazzo ce ne frega a noi del conto Mediolanum?"

Aziendaman non si scompone, e sfodera il suo miglior sorriso a trentadue denti, che mantiene anche quando il giovane piglia deciso e indignato la strada dell'uscita. Una volta richiusa la porta, mi sembra di sentire un grido soffocato dall'esterno; probabilmente è solo la mia immaginazione, ma, chissà come mai, non mi sento più così propenso ad andarmene.

Ciononostante, la rivoluzione è iniziata: inizio a prendere atto dei sacrifici che i disperati ansiosi di entrare nella grande famiglia Mediolanum hanno fatto per essere presenti al mitico evento: una madre non aveva festeggiato il compleanno del figlio, un signore aveva rimandato l'operazione a cuore aperto che aspettava da quattordici anni (complici gli amici del primario che puntualmente lo scavalcavano quando giungeva il suo turno), un ragazzo non aveva fatto a tempo a giocare la schedina del superenalotto (poi risultata vincente).

Aziendaman capisce che per rabbonire la corte dei miracoli in subbuglio deve centellinare qualche dettaglio utile: no, il colloquio avrà luogo martedì prossimo; sì, è indispensabile la partita iva; dai, sciroppatevi anche questo filmato che se fate i bravi dopo vi dico qualcos'altro.

Finito anche l'ennesimo delirante filmato, il nostro imbonitore inizia a parlare di soldi: effettivamente, a fare il Family Banker si può guadagnare un sacco, afferma convinto lui, presentando il caso del Responsabile Area Proxima Centauri e Pianeti Limitrofi che, partito da Family Banker e con dodicimila anni di lavoro alle spalle, ha maturato un bonus di uscita di centodiecimila euro.

"Un po' come se mi presento al Milan per un posto da magazziniere e mi mostrano lo stipendio di Kakà", urla un giovane seguito dall'approvazione generale.


Mi rendo conto di essere un po' confuso: come possono pensare di attirare la gente con una simile pagliacciata?

Poi mi giro. E vedo.

Vedo una tipa che sta prendendo appunti.

Appunti del tipo "Proattività" "Banca del Terzo Millennio" "Cliente = Re".

E capisco.

Capisco tutto.

Questo non è una "giornata informativa".

Questa è una giornata di selezione.

Solo che non l'avevamo capito.

Perchè solo chi riesce a trovare qualcosa di utile e di interessante in questa presentazione (tranne che farne un pezzo per un blog del piffero da 1/2 lettore al semestre. Tipo questo.) troverà sensato, logico ed entusiasmante andare avanti e ripresentarsi al prossimo colloquio.

Guardo ancora la tipa, e mi sembra di vederla, tutta fiera e contenta nel suo luccicante abito da Family Banker con la spilletta in bella vista, ad esaltarsi negli show aziendali.

Una volta erano le imprese che selezionavano i candidati. Questi hanno inventato l'autoselezione. Costo e perdite di tempo: poco più di zero.

Do un'occhiata al "questionario di autovalutazione": ci sono domande del tipo "Lei trova conveniente aprire un conto presso Banca Mediolanum?". Mi chiedo se mai mi richiamerebbero se rispondessi "No" o "Piuttosto li tengo sotto il materasso".


Siamo agli sgoccioli della presentazione. Mi rimane un unico dubbio, e mi viene chiarito mentre mi avvio verso l'uscita; una signora chiede:

"Ma quante posizioni di Family Banker cercate?"

"All'incirca cinque."

Senza contare quelli del mattino, saremo stati almeno un centinaio. Un po' come i concorsi per n. 1 posto di vigile urbano a Palermo. 

Sono le otto di sera, ho una fame da lupi, e devo trovare il modo di uscire da questa specie di borgo da Mulino Bianco.

Ma sono felice, perchè ho trovato qualcosa da scrivere sul blog.


Per la prima parte, guarda qui. 
Per la seconda parte, guarda qui.