lunedì 12 ottobre 2009

Napolitano, la taumaturgia e i produttori di sigarette




Ultimamente un sacco di blog, come questo, questo e questo, stanno dicendo peste e corna di Napolitano per aver apposto la firma al Lodo Alfano; tali critiche, ovviamente, sono totalmente autonome e indipendenti dagli sputtanamenti messi in campo da tempo da questo signore (con uno stile e una finezza paragonabili a quelli del Bagaglino) e quest'altro, nè c'entra qualcosa che il 99,9% periodico dei suddetti blog siano talmente tappezzati da bannerini "Free blogger" e "Sono ammastellato", che lo spazio di lettura dei post sia miseramente ridotto a dodici pixel per quattordici.

A parte questa premessa, che è solamente un subdolo modo per attirare visitatori da blog più letti del mio (non che ci voglia molto, peraltro), l'argomento di questo post vorrebbe essere il curioso ruolo che ha il Presidente della Repubblica nel nostro paese.


In Italia, se uno ha un problema serio (tipo fottere un posto di lavoro al tizio dieci volte più in gamba di lui), cerca di parlarne con qualche pezzo grosso della politica, della Chiesa o dell'economia di sua conoscenza.

Se è sfigato, e non ne conosce nemmeno uno, si rivolge a qualche associazione locale, al prete o agli amici degli amici dei pezzi grossi.

Se è molto sfigato, si incatena a qualche palo davanti ad un edificio pubblico, in modo da finire sui giornali; se fa le cose per benino, verrà invitato a qualche trasmissione televisiva dove scatenerà una gara di soliderietà a suo favore, lamentandosi in continuazione della presunta causa del suo problema (generalmente lo Stato, le istituzioni, la politica o altro concetto astratto che non può essere riconducibile ad un nome e cognome).


I Campioni della Sfiga, quelli a cui le capitano tutte e non hanno uno straccio di nessuno a cui rivolgersi, scrivono al Presidente della Repubblica.

La lettera al Presidente della Repubblica è l'ultima spiaggia. Se sei arrivato a quel punto, significa che dopo puoi solo incominciare a scavarti la fossa e a buttartici dentro; questo non vuol dire che i motivi per cui uno scrive al Capo dello Stato siano banali o poco importanti (i signori Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli ne sapevano qualcosa). Resta il fatto che per una lettera seria di cui viene data notizia ce ne sono almeno nove che trattano di pinzillacchere.

Il Presidente, Napolitano o chi per esso, generalmente risponde con un messaggino che, tolte le inevitabili infiocchettature formali, suona più o meno così:


"Caro Campione della Sfiga, capisco il tuo terribile problema, e sono conscio che molti altri sfigati come te sono alle prese con simili tribolazioni. Mi dispiace però dirti che hai sbagliato indirizzo: vedi, il fatto che mi si chiami con roboanti appellativi come "Capo dello Stato" non significa una cippa. 
Devi sapere, infatti, che i padri costituenti, sapendo come noi italiani avessimo la passione di osannare qualunque idiota che facesse un po' lo sborone e la voce grossa, hanno dato alla Repubblica una forma parlamentare, e hanno fatto sì che il mio posto non potesse essere occupato dal primo coglione scelto dai nipoti dei beoti che avevano esaltato Mussolini fino al giorno prima della sua caduta (per poi dichiararsi tutti antifascisti il giorno dopo); visto che però non è carino che una persona non eletta dal popolo possa rompere troppo i coglioni, mi hanno dato un ruolo di pura e semplice rappresentanza, che più che inviare qualche richiamo e sperare che i tizi che scaldano la sedia in Parlamento siano abbastanza gentili da prestarmi ascolto non può fare. Perciò io ora farò presente alle Camere il tuo problema, loro se ne impipperanno allegramente e tu potrai cominciare a scegliere il ponte sotto cui buttarti. Con affetto: il Presidente della Repubblica."


Sì, sarebbe bellissimo se arrivasse Napo in costume da Superman e dicesse a Silvio: "Senti psiconano, uno di noi in questa nazione è di troppo, hai ventiquattro ore per lasciare il Paese.". Un po' meno bello è pensare a Silvio Presidente della Repubblica che rimanda indietro le leggi secondo la sua personale interpretazione della Costituzione. E, soprattutto, senza crisi di governo o sputtanamenti vari che possano levarlo dalle palle per 7 (sette) anni.

I vari Free bloggherz che si chiedono, fra lo stupito e l'indignato, perchè Napo abbia firmato il Lodo Alfano e non abbia usato i suoi superpoteri per far cadere un meteorite in testa a Silvio mi ricordano quelli che fanno causa alla Philip Morris dopo aver scoperto la esposizione permanente di tumori con sede nei polmoni del loro parente più caro (che aveva fumato venti pacchetti di sigarette senza filtro al giorno per quarant'anni).

Detto questo, non posso dire di adorare l'attuale inquilino del Quirinale; a mio parere, però, il problema con Napo e la sua presunta riluttanza ad far piangere le statuine della Madonna è legato alle sue radici di comunista d'antan (lui sì, non l'Economist o Confindustria). Probabilmente vuole evitare lo sputtamento mediatico a reti unificate al suono di "Vedete? D'altronde, cosa vi aspettavate da un comunistaccio mangiabambini?".


Come dite? Lo stanno già facendo comunque? Oh, beh, fanculo. Vado a prendermi una birra.


Morale della favola:
Il prossimo Presidente della Repubblica continuate a pescarlo fra gli ex-democristiani, per favore.

P.S. Se sul caso in questione volete leggere una opinione seria con cui mi trovo abbastanza d'accordo, fate un salto da Francesco Costa.




4 commenti:

  1. Non esagerare, Sciuscia, che poi mi monto la testa. E ho anche esaurito i posti in Europarlamento. :-)

    RispondiElimina
  2. Vista la premessa in merito all'Europarlamento, il sottoscritto ha deciso che non commenterà questo post.

    Come dite? "L'hai già fatto."?

    Oh beh, fanculo, Comico, passami una birra.

    I.C.

    RispondiElimina
  3. bella riflessione, siamo sulla stessa lunghezza d'onda :-)

    RispondiElimina

Se hai qualcosa di abbastanza puerile, faceto e privo di senso da dire, accomodati.