sabato 31 ottobre 2009

Democrazia Del Basso



(Questa è la Del Basso. La protuberanza a sinistra si chiama Demo, quella a destra Crazia)


Ciclicamente capita di osservare che all'interno di una comunità sociale vada di moda un particolare oggetto o canzone, che puntualmente dopo pochi anni finisce nel tritarifiuti per fare spazio alla prossima geniale trovata dell'esperto di marketing di turno: ieri i bambini giocavano con quello sgorbio giallo dei Pokemon che ha creato una intera generazione di idioti saltellanti al suono di pika-pikaciù, oggi vanno di moda i Gormiti (il tizio che ha inventato il fantastico nome si trova nella sala torture della Giochi Preziosi); ieri i discotecari morti di figa si facevano di ecstasy al suono di Asereje, oggi non lo so, ma deve fare parecchio schifo lo stesso, visto che le mie casse si sono liquefatte alle prime due note.

Il fenomeno non poteva ovviamente restare limitato a mocciosi e tamarri da discoteca, perciò si è esteso a tutta la popolazione, e quel che è peggio, si è esteso a quegli ambiti che occupano una importanza fondamentale nella società, come la politica, la cultura e la gnocca.

Invece di parlare del terzo argomento (dai, oggidì tutti sanno cos'è Youporn), preferisco ripiegare sulla nuova moda sociopolitica che sta spopolando in questi ultimi anni: la Democrazia Del Basso.

(Sì, forse Youporn era più interessante, ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, e inoltre il Nuovo Ordine Mondiale mi paga per questo.)

La Democrazia Del Basso è chiaramente ispirata dalla pettoruta partecipante al Grande Fratello, ma per problemi di copyright gli ideatori ne cambiarono il nome in Democrazia dal basso; i forzaitalioti pensarono fosse un omaggio a Silvio (anche se stigmatizzarono l'allusione all'altezza), tutti gli altri ritennero, a torto o a ragione, che fosse un'allusione a quella parte anatomica femminile che si trova sotto l'ombelico (no, non sono le ginocchia). 

Il vero Democratico Del Basso (DDB d'ora in poi), ha le idee molto chiare sulla società, che riassume in pochi, semplici punti:

1) L'unico politico buono è quello morto. Alcuni psicologi si sono basati su dati statistici per asserire che tale affermazione si basa su una latente sindrome di necrofilia.

2) Chiunque è in grado di fare qualsiasi cosa, da gestire la centrale nucleare piazzata sotto il culo che rischia di fare bum ogni due nanosecondi, a risolvere l'equazione a diciottomila incognite che ha fatto regredire i matematici che hanno tentato di risolverla al rango di uno scimpanzè.
Basta non essere condannati in via definitiva.

Il DDB non si riunisce in un luogo fisico, ma su internet; questo perchè la rete è libera e perchè affittare una sede puzza troppo di politica; in realtà i soldi per la sezione erano già stati raccolti, ma sono stati tutti spesi nella grande sbronza organizzata per festeggiarne l'apertura.

Come in ogni movimento organizzato che si rispetti, i DDB sono suddivisi in una scala gerarchica, ma che è comprensibile solo agli adepti: ogni DDB infatti ha l'obbligo di tenere un blog, e i gradi corrispondono ai bannerini presenti nella barra laterale. Un DDB con il solo banner del free blogger è probabilmente un soldato semplice; chi ha anche il "salva il tuo conto corrente che hai dimenticato persino che esista e che la banca si sta mangiando a poco a poco dallo stato" e il "non paghiamo il canone rai e il conto del calzolaio" è probabilmente un sergente maggiore o un capitano; chi azzarda anche il "salviamo le foche monache dall'uomo cattivo e puzzone" è senza dubbio una della Guide Spirituali della comunità.

Per il resto, generalmente i blog degli adepti funzionano da cassa di risonanza del pensiero della Guida Suprema: la velina di saggezza quotidiana va copiata e incollata, mentre i commenti che non si limitino a "grandissimo!", "perfettamente d'accordo" o "faje il culo" sono riservati ai DDB di rango più elevato, che possono anche pubblicare altri post che siano in armonia con il pensiero della Guida Suprema.

I DDB sono molto conosciuti all'interno della rete. I moderatori di forum e siti di opinione provano un sacro terrore alla loro vista, in quanto sanno che se sono in pausa pranzo e non fanno a tempo ad approvare i loro commenti entro due picosecondi dalla loro stesura, nel giro di un minuto verranno sommersi da quattrocentododicimila e-mail di protesta che gridano alla censura (più qualche migliaio di chiamate telefoniche sul cellulare, complice un DDB che ha scovato chissà dove il loro numero).  La situazione si risolve di solito nell'arco delle 72 ore, quando finalmente, destreggiandosi tra telefonate minatorie e e-mail di insulti, riescono ad approvare tutti i commenti rimasti in coda. A quel punto, i DDB segnano un punto a loro favore sul tabellone e si abbandonano ad entusiastiche esclamazioni al suono di "la rete trionfa!".

Essendo i blog dei DDB formalmente pubblici, è possibile che per argomenti di interesse generale (vedi caso Biowashball) qualche utente esterno osi esprimere un commento di approvazione non sufficientemente entusiastico, se non apertamente critico. Poichè il DDB è stato soggetto ad una operazione che gli impedisce di interiorizzare il concetto di "critica motivata", il suddetto esterno viene bollato come (in ordine di gravità):

- Agente venusiano in incognito con il compito di soggiogare tutti i terrestri e trasformare il nostro azzurro pianeta in una miniera di sale a cielo aperto.
- Commentatore prezzolato afferente a una delle seguenti istituzioni (a seconda del contesto): Nuovo Ordine Mondiale, CIA, FBI, multinazionali, partiti politici, Chiesa, Mediaset, RAI e circolo bocciofilo di Carugate Sotto.
- Asservito ai partiti, di qualunque tipo, genere e specie. Rientra in questa categoria chiunque abbia espresso il proprio voto negli ultimi vent'anni (fosse anche l'assemblea di condominio) e non abbia rotto i coglioni agli scrutatori chiedendo che fosse messo a verbale l'annullamento della scheda a mo' di protesta.
- Rimbambito da visione di, nell'ordine: TG di regime, Porta a Porta, Grande Fratello, Buona Domenica. Segue l'immancabile invito a "spegnere la tv" e a "informarsi" (allegando di solito quindicimila link al sito della Guida Suprema).

In ogni caso, a prescindere dall'argomento del post, ogni commentatore non estremamente critico nei confronti delle istituzioni (consiglio di zona compreso) viene bollato in una di queste categorie.

L'invettiva contro il bersaglio di turno viene rincarata dallo sbeffeggio, frutto degli anni di frequentazione dell'asilo e, in età adulta, della visione del Bagaglino: un politico/rappresentante delle istituzioni/intellettuale di due metri e venti in carrozzina sarà ribattezzato rotopertica; uno basso che fuma sei pacchetti di Marlboro al giorno, tappo a smog.

Può capitare, infine, che i DDB, una volta accortisi dell'esistenza di un mondo reale al di là della rete, si rendano movimento politico. Il programma di solito presenta una serie di punti, fra cui comunemente spiccano i seguenti:
- Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati
- Sussidio di disoccupazione garantito
- Copertura dell'intero Paese con la banda larga
- Eliminazione degli inceneritori
- Un milione di posti di lavoro
- Più figa per tutti
- Volemose bene

E, in fondo, il nome Democrazia Del Basso viene da questo: ha un paio di solidi argomenti, ma ricorda che, stringi, stringi, alla fine stai toccando solo silicone.


Postfazione quasi seria: Il desiderio impellente di scrivere un post sulla Democrazia Del Basso c'era da tempo, ma la decisione definitiva è sopravvenuta quando ho partecipato al presidio di Milano del 3 ottobre sulla libertà di informazione. Gli organizzatori, che con tanta buona volontà hanno preparato l'evento, avevano allestito un piccolo esperimento "dal basso" per ribadire la libertà di pensiero e di opinione: chiunque avesse qualcosa da dire era libero di salire sul palco e prendere la parola.
Probabilmente non si aspettavano che, dopo una serie di interventi "normali", un tizio iniziasse a lanciare strali contro il Corriere della Sera, reo di non fare scrivere un genio  incompreso come lui, a lamentarsi dello Stato cattivo e puzzone, e dei tribunali che non gli davano ascolto (aveva una quindicina di cause condominiali sul groppone. Poveri vicini!). 
Non ce l'ho fatta a resistere, me ne sono andato col morale sotto le scarpe. Se questa è la democrazia dal basso, datemi un ascensore, per favore.




mercoledì 28 ottobre 2009

Indovina indovinello




Secondo Gilioli e altre fonti giornalistiche, fra gli habituè dei giri marraziani ci sarebbero anche due pezzi da novanta, uno proveniente dal PD e l'altro dal PDL.

Dell'esponente del PD sappiamo che è un ex-ministro sposato, ma la cosa finisce qui. Peccato. Magari era uno che aveva fatto qualche dichiarazione contro la prostituzione o sui valori della famiglia. Chissà.

Per quanto riguarda l'esponente del PDL abbiamo più elementi, e quindi possiamo indire un simpatico quizzone, con ben 3 (tre) aiutini dalla regia.

  • E' un ex-ministro.
  • Proviene dall'area AN.
  • In questi giorni ha ululato a gran voce per le dimissioni di Marrazzo.
Il vincitore potrà prenotare un intervento completo a Casablanca; e se proprio non ci arrivate, gli amici di Mastellatiodio hanno una ipotesi affidabile. Solo un'ipotesi, eh!



martedì 27 ottobre 2009

Recensione: La leggenda del vecchio ponte - Dampyr speciale 5


La leggenda del vecchio ponte
Dampyr speciale n. 5

Ottobre 2009

Soggetto e sceneggiatura:
Mauro Boselli

Disegni:
Fabio Bartolini 







Sinossi
Il padre di Kurjak, noto ubriacone, sta male: inavvertitamente, infatti, ha bevuto da una bottiglia d'acqua sul tavolo credendo che fosse grappa, ed ora è vittima di una grave intossicazione.
Nell'estremo tentativo di salvare il genitore, Kurjak lo porterà sul vecchio ponte di Mostar, dove il padre anni prima aveva vinto una importante gara di resistenza, che consisteva nel bere più chupito possibile per poi buttarsi nel fiume: il delirium tremens gli aveva fatto vedere l'angelo protettore del ponte (aveva visto anche Angelina Jolie nuda, ma vabbè).

Fatta tappa nel paese natale di Harlan, il Dampyr incontra le sue zie, che lo avevano abbandonato in tenera età per darsi alla prostituzione a Bruges; occupandosi ora di smercio di stupefacenti, Harlan ne approfitta di fare il pieno di LSD, ricordandosi dei bei tempi di quando girava nei villaggi della Yugoslavia a fare il family banker.

Purtroppo Nergal, il più importante spacciatore della comunità infernale, vuole mantenere il Dampyr sotto la dipendenza delle sue droghe, perciò propina ad Harlan tutta la roba più pesante che ha a disposizione, il cui effetto è fargli credere di partecipare alla nuova edizione del Grande Fratello. Sarà una lotta contro il tempo per le tre zie, che devono assolutamente sconfiggere Nergal e salvare così il loro giro d'affari.


La lezione di vita  
Se vuoi disfarti di qualcuno, il pianto funebre va relegato a dopo la dissoluzione del corpo e non viceversa. Specialmente se i parenti sono le tre Parche e sanno fare i nodi.


Disclaimer per le anime semplici: Ovviamente quella che avete letto non è la vera trama del fumetto, ma solo una libera interpretazione personale attraverso le lenti della mia mente bacata. Se non l'avevate capito, buttatevi anche voi dal ponte di Mostar.




lunedì 26 ottobre 2009

Notizie dal mondo: PD in trans-ito



  • So long, Marrazzo. In televisione andava a caccia di pacchi, in politica non era cambiato molto, evidentemente.
  • Un consiglio per i dirigenti del PD: il prossimo candidato alla regione Lazio, che vada pure a trans, ma, per l'amor del cielo, fate attenzione al cognome!
  • C'è chi denuncia brogli a sfavore di Marino nelle primarie del PD: sulla rete, infatti, la maggioranza era con lui. Beh, se gli utenti internet fossero un campione rappresentativo degli italiani, Berlusconi riceverebbe al massimo 2 voti (ma governerebbe lo stesso, visto che l'affluenza alle urne sarebbe dello 0,0005%) e Grillo sarebbe eletto padre della patria e dittatore supremo della nazione.
  • Rutelli minaccia di lasciare il PD. Alla faccia dei disfattisti, ecco il primo successo delle primarie.





giovedì 22 ottobre 2009

Gli stupidi non vincono mai


(Foto: Concorrente del gioco dei pacchi mentre rifiuta un'offerta di 100.000 euro)

A parte un paio di abitanti del sistema di Alpha Centauri (ma su questo ho qualche dubbio), credo che tutti gli esseri senzienti di questo universo siano coscenti dell'esistenza di un programma che si chiama "Affari tuoi" (d'ora in poi, soprannominato "il gioco dei pacchi").

Il gioco dei pacchi, a volerlo descrivere in due qualche riga, si svolge secondo la seguente modalità: dopo che il concorrente ha raccontato la sua triste storia (di solito un pluridisoccupato che vive sotto i ponti da quarant'anni, o una diciottenne che vuole il premio per farsi un lifting alle tette), deve procedere ad aprire vari pacchi, dove sono contenuti i premi che lui non vincerà, e a alla fine apre il suo pacco, quello col suo premio; ogni tanto l'azzeccagarbugli della trasmissione offre una somma certa al concorrente in cambio del suo pacco (fra parentesi, visto che alla RAI non sono fessi, tale offerta è sempre molto, ma molto inferiore al valore atteso dei pacchi ancora a disposizione).

Come è facile capire, il contributo dello spettatore è estremamente limitato, con l'indubbio vantaggio che anche individui dalla capacità intellettuale del capo ultras della curva sud di San Siro possono partecipare al gioco; non è necessario far parte dei mitici campioni di enigmistica o sapere cosa aveva mangiato a pranzo Gandhi il 14 febbraio 1956 (per chi non lo sapesse, la sua reincarnazione aveva consumato un happy meal al McDonalds di Rapid City). L'unico effettivo margine d'azione del partecipante non dettato dal potere del proprio posteriore, è decidere se accettare o meno la benedetta offerta del leguleio.

Bene, io non potrei mai partecipare ad un gioco così.

Mai.

Se non altro perchè chiuderebbe dopo due serate.

Alla prima offerta, infatti, solitamente una somma che supera i 10.000 euro, io avrei accettato senza pensarci due volte, preso la vincita e sarei ritornato ben felice a casa, consapevole di aver guadagnato Xmila cocuzze solamente per fare un po' il coglione, cosa che generalmente faccio gratis.
Durata media della puntata: tre minuti e ventotto secondi. Un tempo che non permette nemmeno lo stacchetto pubblicitario della suoneria con la rana che rutta al ritmo di "Para bailar la bamba" (di cui avevo parlato anche qui).

Fortunatamente il partecipante medio non la pensa come me, e punta al megapremione di cinquecentomilaeuriingettonidoro. E qui arriviamo all'episodio di vita vissuta vero e proprio.

Partecipante di sesso femminile, giovane, incinta, con fidanzato e genitori al seguito. Vuole il premio per comprarsi la casetta piccolina in Canadà e coronare il suo sogno d'amore. Di per sè la motivazione è nobile, ma è raccontata in maniera così stucchevole e melensa che faccio il pieno di antiemetici per continuare a guardare. La situazione non è allieviata dal fatto che quell'idiota del rumorista approfitta della gravidanza della concorrente per far risuonare nell'aere ogni due per tre dei vagiti registrati (ah. ah. ah.); forse quand'ero all'asilo mi avrebbe fatto ridere.

Quando guardo il gioco dei pacchi capisco, dalle decisioni del concorrente, se voglio tifare per la supermegavincita e per il vissero tutti felici e contenti, oppure per i venti centesimi e lo sfascio familiare al suono di "io te l'avevo detto di accettare l'offerta, brutta stronza", così mi metto ad osservare meglio l'andamento della situazione.

La tipa all'inizio ha fortuna: nei pacchi che apre ci sono tutti valori bassi; le vincite da Xmila euro sono ancora sul piatto. Telefona Azzeccagarbugli, offrendo 36.000 eurelli in cambio del pacco.
Beninteso, io avrei preso e sarei andato a casa, la giocatrice continua. Va bene, le probabilità sono ancora a suo favore. Alle urla di incitamento per la coraggiosa decisione non si unisce la madre, che pensa alla dentiera nuova placcata oro che avrebbe potuto comperarsi con la vincita.

Ovviamente uno può avere culo, ma non per sempre: se ne va via qualche vincita grossa, 100.000 euro, 75.000 euro.
Conseguentemente, Azzeccagarbugli abbassa l'offerta, ma non di molto: 30.000 euro. In gioco ci sono sette premi minori o uguali a 30.000 euro e quattro maggiori.

Io comincio a pensare, pensare intensamente, per mandare alla concorrente un messaggio telepatico di questo tipo: "Forza cretina - accetta l'offerta -  non farti fottere - non farti fottere - non farti fottere - una possibilità su sette contro una su quattro - non si può sbagliare - non pensare al tuo stupido sogno del tuo nido d'amore, pensa ai 30.000 verdoni che ti aspettano senza che tu debba muovere un dito - devi solo pronunciare una parola, e cioè..."


"Continuo!" Esclama l'idiota in un tripudio generale. Il fidanzato e il padre gioiscono; la madre, i cui geni evidentemente sono, ahimè, recessivi, prende il fazzoletto e saluta per sempre i soldi che prendono il volo.

Inutile specificare che la tipa in questione alla fine ha vinto 50 euro e la lettera al Presidente della Repubblica è già stata spedita. Gli stupidi non vincono mai.



lunedì 19 ottobre 2009

Dr. Tremonti & Mr. Threemounts





Mr. Threemounts diceva:
[...] abbiamo applicato la flessibilità nel mercato del lavoro attraverso i nuovi modelli contrattuali. (31 gennaio 2009)
Elementi di flessibilità nei rapporti di lavoro sono fondamentali (17 marzo 2002)


Dr. Tremonti dice:
Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia (19 ottobre 2009)


Mr. Threemounts dirà:
Cambiare un lavoro ogni due settimane guadagnando duecento euro al mese è la soluzione vincente per chi si affaccia sui mercati moderni. Non scordatevi la vaselina. (4 aprile 2015)

Sequestrategli la pozione, per cortesia.



venerdì 16 ottobre 2009

Giudici e stravaganze




Chissà che sarebbe successo se i signori di Canale 5 avessero filmato me, mentre andavo dal barbiere...



....beh, probabilmente sarei già in manicomio.



giovedì 15 ottobre 2009

Chiavi di ricerca - quarta puntata




In questi mesi ho trovato tutta una serie di chiavi di ricerca curiose. Siccome però la maggioranza continua ancora a cercare quella cosa che ho malauguratamente e involontariamente pubblicizzato la volta scorsa, mi vedo costretto a censurare alcuni termini. Ma non è pruderie, sappiatelo!

Cominciamo col vincitore di questa tornata, che è senza ombra di dubbio....
foto di donne custodi di cacche
Non riesco neanche a commentare. Io e una blatta abbiamo più affinità rispetto al tizio che ha cercato questa roba. 

Il secondo posto va ad un accanito medioevalista, che ha cercato nientepopodimeno che...
alabarda nel cesso
Occhio quando caghi.

Al terzo posto, invece, abbiamo... 
misura scarpe emiro del qatar
Il 52. Ma solo perchè ha quelle buffe babbucce a punta.

In più, menzione speciale per la chiave vip:
vetri anti intercettazione
Avanti Silvio, ti abbiamo beccato.

Tutte le altre chiavi:





brunetta si fa inc***** dal ca**

Più o meno lo stesso livello di ribrezzo della Binetti col cilicio.

componi acronimo udc coglioni
Unione dei Coglioni (ci voleva poi molto?)

cosa significa eroe moderno
Significa questo.

giapponesi tette grosse
Un po' come cercare "cinesi cazzo lungo"

ragazzo virtuale strafigo giappo
Oddio, abbiamo pure le quindicenni manghettare in tempesta ormonale che visitano questo blog.

basta non ne posso proprio più non ti capisco
Manco io.

come farsi inc***** dal mio c***?
Interessato alla cosa?

abbigliamento formale colloquio mediolanum
Nah. Non farti del male. Prima guarda qui.

biowashball funziona
Come no, come il tuo cervello.

il paese che ospita i truffatori piu' incalliti
Probabilmente ci sei sopra.

buon inc***mento
Altrettanto.

non razzisti, ma diversamente tolleranti
Qui.

cosa vuol dire priapico
Una stecca di biliardo nelle mutande dovrebbe rendere l'idea.

la poltica non serve a nulla
Non siamo sul blog di Beppe Grillo. Sparisci.

partiti 78 tornati 5 renzo bossi
Sono i suoi insegnanti di ripetizione, per caso?

balena in tassidermia
Ci vuole tanta pazienza. Auguri.

bunker antiatomico reggio calabria
Il piano nucleare italiano va avanti.

michael jackson sorridi
Cazzo deve sorridere? E' morto.

tette matteo salvini
Ognuno si eccita come può.

salvatore bagni taci
Perfettamente d'accordo.



lunedì 12 ottobre 2009

Napolitano, la taumaturgia e i produttori di sigarette




Ultimamente un sacco di blog, come questo, questo e questo, stanno dicendo peste e corna di Napolitano per aver apposto la firma al Lodo Alfano; tali critiche, ovviamente, sono totalmente autonome e indipendenti dagli sputtanamenti messi in campo da tempo da questo signore (con uno stile e una finezza paragonabili a quelli del Bagaglino) e quest'altro, nè c'entra qualcosa che il 99,9% periodico dei suddetti blog siano talmente tappezzati da bannerini "Free blogger" e "Sono ammastellato", che lo spazio di lettura dei post sia miseramente ridotto a dodici pixel per quattordici.

A parte questa premessa, che è solamente un subdolo modo per attirare visitatori da blog più letti del mio (non che ci voglia molto, peraltro), l'argomento di questo post vorrebbe essere il curioso ruolo che ha il Presidente della Repubblica nel nostro paese.


In Italia, se uno ha un problema serio (tipo fottere un posto di lavoro al tizio dieci volte più in gamba di lui), cerca di parlarne con qualche pezzo grosso della politica, della Chiesa o dell'economia di sua conoscenza.

Se è sfigato, e non ne conosce nemmeno uno, si rivolge a qualche associazione locale, al prete o agli amici degli amici dei pezzi grossi.

Se è molto sfigato, si incatena a qualche palo davanti ad un edificio pubblico, in modo da finire sui giornali; se fa le cose per benino, verrà invitato a qualche trasmissione televisiva dove scatenerà una gara di soliderietà a suo favore, lamentandosi in continuazione della presunta causa del suo problema (generalmente lo Stato, le istituzioni, la politica o altro concetto astratto che non può essere riconducibile ad un nome e cognome).


I Campioni della Sfiga, quelli a cui le capitano tutte e non hanno uno straccio di nessuno a cui rivolgersi, scrivono al Presidente della Repubblica.

La lettera al Presidente della Repubblica è l'ultima spiaggia. Se sei arrivato a quel punto, significa che dopo puoi solo incominciare a scavarti la fossa e a buttartici dentro; questo non vuol dire che i motivi per cui uno scrive al Capo dello Stato siano banali o poco importanti (i signori Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli ne sapevano qualcosa). Resta il fatto che per una lettera seria di cui viene data notizia ce ne sono almeno nove che trattano di pinzillacchere.

Il Presidente, Napolitano o chi per esso, generalmente risponde con un messaggino che, tolte le inevitabili infiocchettature formali, suona più o meno così:


"Caro Campione della Sfiga, capisco il tuo terribile problema, e sono conscio che molti altri sfigati come te sono alle prese con simili tribolazioni. Mi dispiace però dirti che hai sbagliato indirizzo: vedi, il fatto che mi si chiami con roboanti appellativi come "Capo dello Stato" non significa una cippa. 
Devi sapere, infatti, che i padri costituenti, sapendo come noi italiani avessimo la passione di osannare qualunque idiota che facesse un po' lo sborone e la voce grossa, hanno dato alla Repubblica una forma parlamentare, e hanno fatto sì che il mio posto non potesse essere occupato dal primo coglione scelto dai nipoti dei beoti che avevano esaltato Mussolini fino al giorno prima della sua caduta (per poi dichiararsi tutti antifascisti il giorno dopo); visto che però non è carino che una persona non eletta dal popolo possa rompere troppo i coglioni, mi hanno dato un ruolo di pura e semplice rappresentanza, che più che inviare qualche richiamo e sperare che i tizi che scaldano la sedia in Parlamento siano abbastanza gentili da prestarmi ascolto non può fare. Perciò io ora farò presente alle Camere il tuo problema, loro se ne impipperanno allegramente e tu potrai cominciare a scegliere il ponte sotto cui buttarti. Con affetto: il Presidente della Repubblica."


Sì, sarebbe bellissimo se arrivasse Napo in costume da Superman e dicesse a Silvio: "Senti psiconano, uno di noi in questa nazione è di troppo, hai ventiquattro ore per lasciare il Paese.". Un po' meno bello è pensare a Silvio Presidente della Repubblica che rimanda indietro le leggi secondo la sua personale interpretazione della Costituzione. E, soprattutto, senza crisi di governo o sputtanamenti vari che possano levarlo dalle palle per 7 (sette) anni.

I vari Free bloggherz che si chiedono, fra lo stupito e l'indignato, perchè Napo abbia firmato il Lodo Alfano e non abbia usato i suoi superpoteri per far cadere un meteorite in testa a Silvio mi ricordano quelli che fanno causa alla Philip Morris dopo aver scoperto la esposizione permanente di tumori con sede nei polmoni del loro parente più caro (che aveva fumato venti pacchetti di sigarette senza filtro al giorno per quarant'anni).

Detto questo, non posso dire di adorare l'attuale inquilino del Quirinale; a mio parere, però, il problema con Napo e la sua presunta riluttanza ad far piangere le statuine della Madonna è legato alle sue radici di comunista d'antan (lui sì, non l'Economist o Confindustria). Probabilmente vuole evitare lo sputtamento mediatico a reti unificate al suono di "Vedete? D'altronde, cosa vi aspettavate da un comunistaccio mangiabambini?".


Come dite? Lo stanno già facendo comunque? Oh, beh, fanculo. Vado a prendermi una birra.


Morale della favola:
Il prossimo Presidente della Repubblica continuate a pescarlo fra gli ex-democristiani, per favore.

P.S. Se sul caso in questione volete leggere una opinione seria con cui mi trovo abbastanza d'accordo, fate un salto da Francesco Costa.




sabato 10 ottobre 2009

Recensione: Sfida alla Temsek - Dampyr 115

Ne approfitto per inaugurare una nuova rubrica, dedicata alle recensioni di fumetti (e libri) che leggo.
Alcune, doverose premesse:
- Visto e considerato che la penso esattamente come questo signore qui, anche se mi trovo dall'altra parte dell'albo, non indulgerò in sterminate analisi come se stessi scrivendo un'opera critica sulla Divina Commedia. Anche perchè l'idea di diventare un nerd fumettomane del cazzo mi ripugna assai.
- Sono convinto che al 99,999% di quelli che vengono qui non gliene frega una cippa se l'albo x per me è un capolavoro o se l'albo y lo trovo una schifezza (a meno che non sia uno di quei nerd fumettomani del cazzo di cui sopra), perciò non troverete espliciti giudizi di merito, ma soltanto la mia, personale interpretazione dell'opera in questione sotto la lente distorta della mia mente malata.
- Prima che qualcuno me lo faccia notare: no, in effetti non sono nemmeno recensioni. Ma in fondo, chissene.


Sfida alla Temsek  
Dampyr N. 115

Ottobre 2009

Soggetto e sceneggiatura:
Diego Cajelli

Disegni:
Alessandro Bocci











Sinossi

Gli scienziati pazzi della multinazionale Temsek (che è cattiva come la Nestlè, la Monsanto e McDonalds messi insieme, e in più produce armi) hanno mescolato i geni dei pitbull con quelli di Sgarbi, ottenendo delle creature brutte e incazzose come quest'ultimo durante una puntata di Buona Domenica.

Approfittando di un 3x2 nella loro armeria di fiducia, Harlan, Tesla e Kurjak si recano a Milano 3, al di sotto della quale sta la base sotterranea dei cattivoni.

Dopo aver spaccato il culo a tutti, grazie anche ad una misteriosa arma segreta a forma di cubo che non è altro che un juke-box con l'ultimo pezzo rap di Fabrizio Corona, il terzetto se la dovrà vedere contro l'ultimo esperimento della Temsek: Gino, mostro orrendo ma dalle incredibili capacità ballerine, che la multinazionale vorrebbe presentare alla prossima edizione di Amici. Senza peraltro che qualcuno noti la differenza.


La lezione di vita


Se il tuo capo ti offre una promozione, ma ti manda a lavorare al fantomatico "progetto segreto", forse è l'ora di accettare l'offerta di quella ditta di spurghi.




giovedì 8 ottobre 2009

Lodo Alfano: la Consulta in camera di consiglio



Pubblichiamo, in esclusiva su questo blog, il verbale supersegreto della seduta della Corte Costituzionale in camera di consiglio sul Lodo Alfano. Per la privacy, sono stati omessi i nomi, ma se qualche direttore di Giornale col cognome che inizia per F desidera saperli, basta che si presenti con il blocco degli assegni del suo capo.


Giudice 1: Allora, siamo tutti d'accordo che è incostituzionale?
Giudice 2: Dai cazzo, certo che è incostituzionale, lo capirebbe anche un bimbo di due mesi e mezzo in deficit di sviluppo.
Giudice 3: Ma certo.
Giudice 4: Sicuramente.
Giudice 5: Non c'è ombra di dubbio.
Giudice 6: Quindi, a parte quei sei a cui Silvio ha promesso un biglietto vitalizio a Salsomaggiore Terme per curarsi i reumatismi (beati loro) e ora sono al bar a prendersi un caffè, noi nove dovremmo votare per l'illegittimità.
Giudice 3: Uh...
Giudice 7: Veramente...
Giudice 2: A pensarci bene...
Giudice 8: Riflettiamo un attimo...
Giudice 9: Già, riflettiamoci un attimo.
Giudice 6: Come, riflettiamoci un attimo? Non abbiamo appena concordato tutti che è anticostituzionale?
Giudice 3: Beh, dovremmo considerare la cosa cum grano salis; d'altronde, come dicevano gli antichi, in audaces non est audacia tu...
Giudice 6: Piantala con quel tuo latino, che sei l'unico ad averlo studiato e noi non ci capiamo un cazzo.
Giudice 8: Quello che voleva dire è che dovremmo considerare le conseguenze.
Giudice 6: Quali conseguenze? Tanto lo sanno tutti che non potrà mai venire condannato per un cazzo comunque.
Giudice 8: Le conseguenze che riguardano NOI, imbecille.
Giudice 6: Noi?
Giudice 8: Sì, noi, testa di cazzo.
Giudice 6: Non capisco.
Giudice 8: Ora ti faccio capire io, pezzo di scemo. Stamattina mi ha telefonato Feltri. Mi ha letto il pezzo che metterà nella prima pagina di domani se non approveremo quel dannato Lodo: scriveranno che porto la dentiera, che mi scaccolo durante le udienze e che mi faccio fare le seghe con i piedi dalle nigeriane in tangenziale est!
Giudice 3: Suppongo che ci saranno anche delle parti in cui si parla di noialtri.
Giudice 8: Sicuro! Di te si dice che metti il vibracall sul telefonino e ti fai chiamare dopo che te lo sei infilato in culo, di te che hai una passione feticista per i calzini spaiati, di te, invece, che ogni sabato notte entri di nascosto nello zoo per inchiappettarti l'orso polare...
Giudice 7: Non è vero! Era l'orso bruno!
Giudice 8: Comunque sia, la situazione è questa: se non approviamo il Lodo, una montagna di merda delle proporzioni dell'Everest ci sommergerà all'istante.
Giudice 2: Si potrebbe pensare ad una soluzione di ripiego, una trovata all'italiana che accontenti un po' tutti.
Giudice 9: Spiegati meglio.
Giudice 2: Cioè, noi diciamo che il Lodo così com'è non va bene, ma che c'è solo bisogno di... un ritocco, di un lifting.
Giudice 9: Sì, insomma, potremmo dire che è necessaria soltanto una correzione in Parlamento su alcuni punti non fondamentali, così salviamo capra e cavoli.
Giudice 8: Mi sembra un'ottima idea!
Giudice 3: Anche a me!
Giudice 6: D'accordo, allora. Finiamola qui, che magari riesco anche a tornare a casa in tempo per vedermi Un posto al sole.
Giudice 1: Un momento.
Giudice 3: Cosa?
Giudice 1: Io non sono d'accordo.
Giudice 3: Come non sei d'accordo? Hai sentito prima cosa succede se lo bocciamo, no?
Giudice 1: Sì, ma non sono d'accordo lo stesso.
Giudice 6: Dai, porca miseria, non creare ulteriori problemi! E poi tu, che sei stato pure a cena con Silvio!
Giudice 1: Appunto.
Giudice 6: Come appunto? dai, ti sarai trovato benissimo!
Giudice 1: Anche troppo! Finita la cena, Silvio chiama una bellissima ragazza e le dice: "Senti Natascia, questo signore è mio ospite, e tu ti dovresti occupare che lui si trovi bene in tutto, non so se mi spiego".
Giudice 6: Wow, e poi?
Giudice 1: Lei mi si siede sulle ginocchia e mi dice con voce suadente "Ho sempro avuto passione per uomini maturi. Dicono che sono gli amanti i più focosi... perchè non ti ferma qui stanotte in stanza letto degli ospiti?"
Giudice 6: E tu cosa hai fatto?
Giudice 1: Me ne sono tornato a casa.
Giudice 6: Come sarebbe "tornato a casa"!
Giudice 1: Me ne sono tornato a casa PERCHE' MI HANNO TOLTO LA PROSTATA UN ANNO FA!
Giudice 4: Ma questo è niente rispetto a quello che è capitato a me!
Giudice 9: In che senso?
Giudice 4: Anche io ero alla stessa cena, e Silvio per dolce ha avuto la bella idea di far servire la CROSTATA ALLE PRUGNE! Per "purgare corpo e anima da certe idee comuniste" scherzava lui! Sono stato rinchiuso al cesso per due ore, e non avevo nemmeno più la mia scorta di Pampers per l'incontinenza! Sono dovuto tornare a casa fingendo un malore, quando Iolanda mi aspettava nel letto della camera degli ospiti!
Giudice 1: Un momento, Iolanda era per caso quella tipa rossa con due tet...
Giudice 8: Non è il momento di parlare di queste cose! Dobbiamo venire a capo di questo pasticcio!
Giudice 2: Un momento, forse ho trovato la soluzione!
Giudice 8: E sarebbe?
Giudice 2: Ho appena parlato con mia sorella che vive in provincia di Reggio; ha promesso a tutti noi di invitarci tutte le settimane al pranzo della domenica se bocceremo il Lodo!
Giudice 8: Sì, ma Feltri... il Giornale...
Giudice 2: Piantala! Sei forse direttore di un quotidiano tu?
Giudice 8: No.
Giudice 2: Corri il rischio di perdere il lavoro?
Giudice 8: Beh, no.
Giudice 2: Te ne frega qualcosa se il mondo sa che vai a troie quando puoi farti una bella risata alla faccia loro?
Giudice 8: In effetti, una beata cippa.
Giudice 2: E allora, visto che Silvio a noi il ticket vitalizio a Salsomaggiore non lo ha offerto, mandiamolo in culo, lui e il Lodo. Mia sorella fa un erbazzone che è una meraviglia. Ah, poi ti ho detto che mio nipote è un produttore di Lambrusco?
Giudice 8: ...DOC?
Giudice 2: DOC.
Giudice 9: E' una bella gnocca tua sorella?
Giudice 2: Ha la sua età, ma per una botta e via ci può stare...
Giudice 6: Beh... Allora siamo d'accordo tutti? La giriamo così e andiamo a casa a vederci Un posto al sole?
Tutti: D'ACCORDO!
Giudice 2: Allora ci vediamo da mia sorella domenica! Siate puntuali!



lunedì 5 ottobre 2009

Femili Bencher Dei (Terza parte)




Riassunto delle puntate precedenti: Invitato a quella che sarebbe dovuta essere una giornata di selezione per lo sbarluccicoso posto di Family Banker alla Mediolanum, mi ritrovo in una situazione molto simile alla vendita di pentole su Rete Montepinerottolo. Ma dopo ore di attesa, qualcosa comincia a muoversi...


Con lo sguardo attento al cronometro per segnare quanto tempo Aziendaman avrebbe impiegato a fornire a noi poveri aspiranti Banchieri di Famiglia una qualunque informazione utile sull'offerta di lavoro (per la cronaca, sono arrivato a due ore e mezza), assisto all'ennesimo filmato di Ennio Doris che mostra come il suo conto è rapido, comodo, veloce, e se scegli l'opzione premium ti porta la colazione a letto.

Il concetto è il seguente: se tua moglie è un cesso con le ruote e vuoi farti una scopatina con la tua escort di fiducia in tangenziale, ma non hai i soldi e sono le tre di notte, sappi che ci sarà sempre, nel call center Mediolanum, uno schiavetto fatto di anfetamine che concluderà la transazione al posto tuo.


Tutto sembra andare per il meglio, quando una voce di protesta si leva nell'aere. Il novello Lenin è un ragazzo vicino alla trentina, che dice ad alta voce quello che il 90% dell'uditorio stava pensando dall'inizio della presentazione televendita.

"Cosa cazzo ce ne frega a noi del conto Mediolanum?"

Aziendaman non si scompone, e sfodera il suo miglior sorriso a trentadue denti, che mantiene anche quando il giovane piglia deciso e indignato la strada dell'uscita. Una volta richiusa la porta, mi sembra di sentire un grido soffocato dall'esterno; probabilmente è solo la mia immaginazione, ma, chissà come mai, non mi sento più così propenso ad andarmene.

Ciononostante, la rivoluzione è iniziata: inizio a prendere atto dei sacrifici che i disperati ansiosi di entrare nella grande famiglia Mediolanum hanno fatto per essere presenti al mitico evento: una madre non aveva festeggiato il compleanno del figlio, un signore aveva rimandato l'operazione a cuore aperto che aspettava da quattordici anni (complici gli amici del primario che puntualmente lo scavalcavano quando giungeva il suo turno), un ragazzo non aveva fatto a tempo a giocare la schedina del superenalotto (poi risultata vincente).

Aziendaman capisce che per rabbonire la corte dei miracoli in subbuglio deve centellinare qualche dettaglio utile: no, il colloquio avrà luogo martedì prossimo; sì, è indispensabile la partita iva; dai, sciroppatevi anche questo filmato che se fate i bravi dopo vi dico qualcos'altro.

Finito anche l'ennesimo delirante filmato, il nostro imbonitore inizia a parlare di soldi: effettivamente, a fare il Family Banker si può guadagnare un sacco, afferma convinto lui, presentando il caso del Responsabile Area Proxima Centauri e Pianeti Limitrofi che, partito da Family Banker e con dodicimila anni di lavoro alle spalle, ha maturato un bonus di uscita di centodiecimila euro.

"Un po' come se mi presento al Milan per un posto da magazziniere e mi mostrano lo stipendio di Kakà", urla un giovane seguito dall'approvazione generale.


Mi rendo conto di essere un po' confuso: come possono pensare di attirare la gente con una simile pagliacciata?

Poi mi giro. E vedo.

Vedo una tipa che sta prendendo appunti.

Appunti del tipo "Proattività" "Banca del Terzo Millennio" "Cliente = Re".

E capisco.

Capisco tutto.

Questo non è una "giornata informativa".

Questa è una giornata di selezione.

Solo che non l'avevamo capito.

Perchè solo chi riesce a trovare qualcosa di utile e di interessante in questa presentazione (tranne che farne un pezzo per un blog del piffero da 1/2 lettore al semestre. Tipo questo.) troverà sensato, logico ed entusiasmante andare avanti e ripresentarsi al prossimo colloquio.

Guardo ancora la tipa, e mi sembra di vederla, tutta fiera e contenta nel suo luccicante abito da Family Banker con la spilletta in bella vista, ad esaltarsi negli show aziendali.

Una volta erano le imprese che selezionavano i candidati. Questi hanno inventato l'autoselezione. Costo e perdite di tempo: poco più di zero.

Do un'occhiata al "questionario di autovalutazione": ci sono domande del tipo "Lei trova conveniente aprire un conto presso Banca Mediolanum?". Mi chiedo se mai mi richiamerebbero se rispondessi "No" o "Piuttosto li tengo sotto il materasso".


Siamo agli sgoccioli della presentazione. Mi rimane un unico dubbio, e mi viene chiarito mentre mi avvio verso l'uscita; una signora chiede:

"Ma quante posizioni di Family Banker cercate?"

"All'incirca cinque."

Senza contare quelli del mattino, saremo stati almeno un centinaio. Un po' come i concorsi per n. 1 posto di vigile urbano a Palermo. 

Sono le otto di sera, ho una fame da lupi, e devo trovare il modo di uscire da questa specie di borgo da Mulino Bianco.

Ma sono felice, perchè ho trovato qualcosa da scrivere sul blog.


Per la prima parte, guarda qui. 
Per la seconda parte, guarda qui.





venerdì 2 ottobre 2009

Femili Bencher Dei (Seconda parte)


Immagine presa da Wikimedia Commons.


Riassunto della prima puntata: invitato da un misterioso SMS a un colloquio per la posizione di Family Banker presso la Mediolanum, mi reco per svolgere qualche indagine antropologica. Assieme ad una variegata corte dei miracoli, affrontiamo attese interminabili e inservienti alti sei metri per entrare finalmente nella sala dove si svolgerà la presunta selezione.


Al momento di entrare nella sala, la curiosità si fa a mille: nessuno ha idea di quali possano essere i severissimi test di selezione necessari.
Io ed altri due neolaureati in legge conosciuti all'entrata discutiamo molto, ed arriviamo alla conclusione che questa è una gara di resistenza: chi sopravvive a stare in piedi sotto il sole cocente, a venire sballottato da una sala all'altra pigiato come un passeggero delle ferrovie Nord sulla tratta Como-Milano delle 8 di mattina, a trovare l'uscita dopo un fuorioso corpo a corpo con gli scimmiuti addetti alla sicurezza, ha delle buone probabilità di passare al secondo turno.

Non immaginavamo quanto fossimo vicini al vero.


Nella piccola sala conferenze, destinata al "Family Banker Day", un tizio in giacca e cravatta sta armeggiando su un laptop per proiettare le immancabili slide.
Vistici entrare, Aziendaman afferra prontamente il microfono e, scusandosi per i patimenti da noi sofferti, inizia lo show. Io ovviamente mi siedo in prima fila per non perdere questo spettacolo da tramandare alle future generazioni.

La cosa inizia a prendere una piega diversa da quella che mi immaginavo: solitamente le banche, quando selezionano personale, utilizzano dei simpaticissimi test del tipo "completa la sequenza di figure", che misurano di tutto, dalla temperatura massima di ebollizione del cervello fino al tempo che ci mette il candidato a rovesciare il tavolo e scappare urlando "Baaaasta!"; tutto tranne le capacità e l'intelligenza della persona cavia.

Qui no. Il cravattato inizia a mostrare alcuni filmati pubblicitari, in cui Ennio Doris (il capoccia supremo) fa vedere ad un cliente la sua banca; si intuisce subito lo stile minimalista: niente sportelli, niente computer, addirittura niente muri. Solo una poltrona rossa e un pavimento di sabbia. Siete pregati di entrare in ciabatte con paletta e secchiello.

Aziendaman riprende il suo discorso, mostrando uno dei fiori all'occhiello di Mediolanum: i sotterranei non sono occupati da banali e polverosi caveau, ma da luccicanti studi televisivi. Il capoccia, infatti, ogni giorno invia nel canale aziendale le sue perle di saggezza a Family Banker e sottoposti varii.

Un brivido mi scorre dietro la schiena. Non so chi abbia avuto questa trovata, ma sicuramente deve aver letto Orwell almeno un centinaio di volte.

Ci viene fornito immediatamente un esempio pratico in occasione di un evento di portata eccezionale: l'attacco alle Torri Gemelle.
Il capoccia, dopo le dovute frasi di condoglianza, incita i suoi a non far scappare i clienti, con una motivazione degna del miglior esperto di marketing: se tu non vendi, il prezzo non scenderà troppo e perciò tu farai anche un'opera buona per gli altri! Altrochè le offerte a Medici Senza Frontiere!


In questa orgia di filmati pubblicitari che decantano le lodi di Mediolanum, con cui puoi ordinare un bonifico mentre caghi nel cesso e comprare ventimila euro di bond spazzatura mentre voli sull'ottovolante, uno in particolare attira la mia attenzione: l'onnipresente Ennio Doris, dopo aver ricoperto di elogi il suo modo di fare banca, arriva alle motivazioni che portano lui e i suoi uomini a promuovere il loro meraviglioso conto corrente.

Tali motivazioni non sono, come avrei immaginato in un primo momento, la ricerca del profitto, la villona al mare o il Porscherino. Molto di più: il (testuale) "dovere morale" di portare a tutti gli italiani un conto corrente così conveniente, comodo e facile.

Realizzo immediatamente che l'era delle ideologie è morta e sepolta; nel XX secolo si lottava, si accumulavano bombe nucleari, si organizzavano rivoluzioni e contro-rivoluzioni per diffondere nel mondo il proprio sistema, fosse esso comunista, capitalista o fancazzista. C'erano persone disposte a morire per conseguire quello che ritenevano un dovere morale (poche, a dire il vero), c'erano altre disposte ad uccidere (in discreta quantità) e altre ancora disposte a mandare altri a uccidere e morire (una paccata). Diffondere o imporre la propria ideologia corrispondeva, per queste persone, con il miglioramento della società.

Ora il massimo dovere morale è rappresentato da un conto corrente. E abbiamo ancora le atomiche su per il culo.

(FINE SECONDA PARTE)


Se dopo la lettura sei sull'orlo del suicidio, continua a leggere qui per avere la pace. Eterna.

Per la prima parte, guarda qui.




giovedì 1 ottobre 2009

Femili Bencher Dei (Prima parte)


Ovviamente la vignetta non poteva essere mia, ma di Ignazio Piscitelli su Millevignette.



Ultimamente sto ricevendo e rispondendo a molte offerte di lavoro. Solitamente il metodo di aggancio dell'azienda tipo è costituito dal connubio telefonata+mail, in tono formale ma cortese, del genere: "Gentile Dottor Pincopallo, gradiremmo avere un colloquio per lei per verificare se è abbastanza alla canna del gas per accettare uno stage pallosissimo, pagato male e senza alcuna possibilità di assunzione.".

In uno di questi giorni mi arriva un messaggino sul cellulare. Sulle prime penso sia uno della mia compagnia di poker che ha finalmente trovato il pollo da spennare; poi guardo meglio il messaggio e con mio sommo stupore leggo: "Buongiorno,Banca Mediolanum le ha inviato un E-Mail con una proposta lavorativa. Se interessato risponda a blablabla@bancamediolanum.it Cordialità".

Le nuove tecnologie sono meravigliose: perchè tediarsi a parlare per più di due minuti con lo sfigato di turno, quando in tre secondi puoi liberartene con un "Invia a tutti"?

Leggendo l'email, mi rendo conto di essere finito fra gli eletti degni di entrare a far parte della grande squadra dei Family Banker, che, per chi non lo sapesse, è solamente una roboante denominazione di uno sfigato il cui compito è quello di truffare la gente ancora più sfigata di lui, rifilando loro fondi di investimento composti da bond argentini, azioni Parmalat e derivati legati ai subprime del mercato immobiliare statunitense. Nell'email mi si ricorda anche che è "raccomandato" un abbigliamento formale; evidentemente temono che qualcuno si presenti in tuta da ginnastica.

In ogni caso, è una occasione più che unica non solo per farmi quattro risate, ma anche per effettuare un ennesimo studio antropologico sui simpatici esseri che lavorano (o aspirano di lavorare) presso Mediolanum.


Arrivato al fatidico giorno, dopo aver bestemmiato come un turco per arrivare in quel postaccio infame circondato dal nulla e dalle zanzare che prende il nome di Milano 3, mi reco nella sede della Banca, e osservo una quintalata di aspiranti Family Banker tenuti a stento a bada da un tipetto della sechiuriti che, al suono di "qui c'è gente che lavora", controlla che tutti cruogiolino bene al sole fino a cottura avvenuta.

L'enorme quantità di candidati è compensata dalla qualità: c'è chi si è fatto accompagnare dalla mamma, chi dal fidanzato (generalmente un essere tatuato che si aggira sui duecento chili), chi ha cercato posto all'Esselunga ma niente da fare, chi presumibilmente si è laureato nella terza guerra d'indipendenza e così via.
I casi sono due: o la crisi è veramente grave, o la selezione non è esattamente rigorosa.

Faccio conoscenza con due neolaureati in legge, che stanno sperimentando il meraviglioso mercato del lavoro italiano.
Il primo lavora come stagista, per duecento euro al mese, in uno studio legale, e sta pensando di migliorare la sua condizione patrimoniale andando a raccogliere pomodori in Puglia assieme agli immigrati clandestini.
Il secondo se la sta giocando con un santone indiano per il Guinness dei Primati di digiuno, visto che l'avvocato per cui lavora è Zio Paperone in incognito e con il rimborso che gli passa per il pranzo può al massimo raccogliere le briciole dei panini degli altri avventori sui tavoli del bar.

Quando finalmente la direzione pensa che abbiamo sofferto abbastanza, ci fa entrare a dieci alla volta. Scopriremo poi che il motivo era che la sala in cui avremmo dovuto soggiornare era occupata da dei tizi che discutevano di come beccarsi i capitali tornati in Italia grazie allo scudo fiscale.

Entrato finalmente dentro, osservo un mirabolante cartellone a forma di cerchio, con i colori della bandiera italiana sullo sfondo, in cui c'è scritto "Noi siamo di Banca Mediolanum". E' il patriottismo 2.0, bellezza.

Facciamo la fila come vitelli al banco della reception per dare il nostro nome; al suddetto banco sta (come io e i due laureati in legge lo abbiamo soprannominato) Brutus, un incrocio fra il mostro di Frankenstein e Ivan Drago. Evidentemente la notevole prestanza fisica è stata ottenuta a scapito di quella intellettuale, visto che le uniche parole grugniti che Brutus riesce a pronunciare sono "si accomodi sul divano".

Non è necessario specificare che i due posti disponibili del divano erano già stati occupati un paio di ere geologiche fa.

Sempre seguiti dallo sguardo attento di Brutus, scendiamo in una specie di scantinato; l'impressione è che vogliano testare quante persone possono stare in una stanza di cinque metri per cinque senza morire asfissiate. Dopo aver compilato uno stupido modulo anagrafico (ovviamente non sull'unico tavolo, già occupato da una ottantina di persone, ma sul muro, sulla schiena del compagno o sull'asse del cesso del bagno adiacente) possiamo finalmente entrare nell'agognata meta, la stanza dove si svolgerà la selezione vera e propria.

E, da quel momento, nulla sarà più come prima.

(FINE PRIMA PARTE)


Continua a farti del male qui.